Di Geox
La prima bolla economica nella Storia è quella conosciuta come “la bolla dei tulipani”, verificatasi in Olanda nel 1636-1637. I mercanti olandesi avevano riportato in patria un nuovo fiore: il Tulip, dalla Turchia di Solimano il Magnifico. I botanici reali, veri “opinion leaders”, descrissero con grande enfasi le caratteristiche di forma e colorazione di questo fiore e, seguendo la moda del momento, tutti i nobili cercarono quindi di ottenere un certo numero di tulipani per inserirli nei loro giardini.
Il fiore più prezioso per i collezionisti era il cosiddetto “Tulipano Nero”, fiore ricercatissimo ed ambito ma, in attesa di questo, puntavano gli occhi ed i portafogli su bulbi “particolari.” Ma a cosa era dovuta questa particolarità?
Tra i collezionisti c’era un interessante scambio di denaro contante per bulbi ritenuti “probabili” produttori di costosi tulipani. I prezzi iniziarono quindi a salire sotto forma di spirale crescente, tanto che un fiore di tulipano del valore di 3000 fiorini avrebbe potuto essere scambiato nel gennaio 1637 (ovvero nel cuore della bolla) con un enorme quantità di merci come “8 maiali grassi, 4 buoi grassi, 12 pecore grasse, 24 tonnellate di grano, 48 tonnellate di segale, 2 botti di vino“. Chiunque poteva arricchirsi a quei tempi con i tulipani, fenomeno esattamente identico al pre-1929 di New York, quando chiunque poteva fare buoni affari con la Borsa (analogamente alla crisi del 2008 dovuta alla cartolarizzazione dei mutui sub-prime).
Ma anche nel paese dei tulipani, dopo un periodo di crescita “folle”, i prezzi crollarono all’improvviso riducendo sul lastrico tutti gli investitori. Alcuni storici ed economisti ipotizzano cause psicologiche: euforia iniziale per la fine della Guerra dei cent’anni e/o crollo finale correlato alla nuova ondata di peste nera. In realtà la bolla si era gonfiata e sgonfiata per un motivo semplice: perché si era svincolato il mercato finanziario dal mondo del lavoro. Tutto era puntato ad ottenere dei guadagni “veloci”, tralasciando la vita reale di tutti i giorni (ricorda i tempi che viviamo, non trovate?).
Naturalmente in quella occasione a perdere tutti i propri risparmi furono i novellini appena entrati nel mercato. Quei pochi che in realtà avevano cavalcato le prime fasi della bolla riuscirono a portare a casa un discreto gruzzoletto, come in tutti gli schemi truffaldini Ponzi/Madoff. I conoscitori della speculazione avevano fatto in tempo a ritirarsi ed a lasciare il cerino acceso in mano ad altri, insieme ad una importante lezione finale: allo sgonfiarsi della bolla il Governo equiparò i debiti provenienti dal gioco in Borsa sui tulipani (“commercio del vento”) al debito dal tavolo di gioco: il debitore era esentato dal pagamento del debito.
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