Di Jen
Nella memoria di ogni studente italiano rimarrà sempre impresso l’intricato scioglilingua che iniziava pronunciando il nome esteso di quella che si dice essere la componente fondamentale della vita: il DNA.
Scandendo ogni lettera e ripetendo a voce alta acido desossiribonucleico si presta sempre molta attenzione a ricostruire un quadro pressoché chiaro della genetica, scienza fondamentale della vita. Accanto al DNA è sempre citato l’RNA ovvero il cugino che si differenzia solo per una base azotata.
Adenina, timina, citosina, guanina e uracile sono le cinque basi azotate che costituiscono il “file sorgente” della vita. È di pochi giorni la notizia che tracce di queste sono state rinvenute all’interno delle masse rocciose ricche di carbonio di cui sono costituiti i meteoriti. La scoperta, dal grande interesse scientifico, ha interessato un gruppo di ricerca dell’università di Hokkaido guidato dal professor Yasuhiro Oba e ha avvalorato la tesi che l’origine della vita sia da ritrovarsi anche negli impatti di materiali extraterrestri sulla superficie terrestre. Da quanto si apprende dallo studio, pubblicato negli ultimi giorni del mese scorso sulla rivista Nature Communications, tracce di basi azotate asserenti al gruppo delle purine, ovvero adenina e guanina, non sono una scoperta nuova. Sono, infatti, di circa 50 anni fa i primi studi in cui viene messa in luce la presenza di tali elementi all’ interno delle molecole che compongono i meteoriti; delle altre, invece, fino ad oggi si è sempre discusso poiché nessuna teoria sembrava confermarne la presenza. Citosina, timina del gruppo delle pirimidine (insieme all’uracile su cui nel corso degli anni si sono condotti studi separati), sono quindi più rare e se oggi si è potuto dare finalmente un riscontro della loro presenza è solo grazie alle innovative tecniche dell’ ingegneria genetica che ha condotto lo studio analizzando campioni prelevati dai meteoriti di Murchison, Murray e Tagish, che sono atterrati rispettivamente in Australia, Oklahoma e in British Columbia arrivando alla duplice conclusione che l’origine della vita proviene direttamente dall’universo e che in questo esistono, contrariamente a quanto si è sostenuto finora, vi siano altre forme di vita rispetto a quella sulla terra comunemente riconosciuta come l’ unica.
Per avere nuovi risultati bisognerà aspettare il 2023 quando, a seguito di specifiche missioni, verrà riportato sulla terra altro materiale da analizzare con la speranza che potranno essere date altre risposte ad alcune delle domande che attanagliano da sempre la scienza e l’umanità.
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