di Rocco

Onestamente si fa fatica a ricordare un momento più deprimente per le istituzioni calcistiche come quelle odierne. Una nazionale senza mondiale per due volte consecutive è niente a confronto di come la giustizia sportiva salva costantemente il potere dei “rubagalline” che mandano avanti questo baraccone. L’intero “sistema calcio” è stato giustamente messo sotto processo per individuare le cause dei fallimenti sportivi, ma sarebbe doveroso mettere sotto la lente d’ingrandimento anche la condotta di chi dovrebbe sorvegliare il corretto operato del “sistema”.

Infatti, negli ultimi giorni, è iniziata un’udienza davanti al tribunale federale per il caso delle plusvalenze, in cui sono coinvolti alcuni dei migliori club italiani insieme a 62 dirigenti, oltre ai presidenti di detti club. Ma cosa sono le plusvalenze? Queste si verificano quando una società vende un suo calciatore tesserato ad un prezzo superiore rispetto a quello in bilancio in quel momento generando in questo modo un guadagno. 

Viste in questo modo, sono semplicemente uno strumento con cui trarre profitto. Tuttavia, negli ultimi anni, il loro utilizzo è aumentato fino a degenerare in quelle che vengono dette “false plusvalenze”, attraverso le quali le squadre scambiano i tesserati a prezzi non proporzionali al loro reale valore per sistemare artificiosamente i propri bilanci. 

È difficile sanzionare i club, poiché il valore del giocatore non si basa su un dato oggettivo, ma vi sono numerose variabili che ne possono influenzare il valore; ad oggi l’unica via per accertare il comportamento illecito è attraverso intercettazioni. Per questo motivo la UEFA e la FIFA si stanno muovendo per creare un algoritmo che possa individuare un valore indicativo del calciatore. 

Sinora, le indagini non hanno portato a grandi risultati proprio a causa della soggettività di queste operazioni, tuttavia, quelle nelle indagini in corso in questi giorni, che per ora riguardano tra le tante Juventus, Napoli, Genoa e Sampdoria, sarebbero state raccolte intercettazioni tra dirigenti che potrebbero avere una rilevanza. 

I benefici di queste operazioni sono puramente contabili, servono a mascherare perdite e dunque a migliorare all’apparenza la salute finanziaria delle squadre con tutti i benefici che ne conseguono, anche nel resto dell’Europa sono numerosi i club in grave difficoltà finanziaria, indebitate per migliaia di miliardi di euro, il cui caso più eclatante è quello del Barcellona. Infatti, il club spagnolo nello scorso anno ha visto arrestati alcuni dei suoi dirigenti ed ha dovuto rinunciare al suo miglior fuoriclasse: Lionel Messi. 

In questi anni abbiamo assistito alla farsa del Fair Play Finanziario, un sistema che avrebbe dovuto controllare equamente i bilanci delle società, e che invece ha continuato a far fare il bello e il cattivo tempo ai soliti top club. Come il Paris Saint Germain, dello sceicco Al Khelaifi, che nell’ultimo decennio ha speso miliardi e miliardi di euro, ma che tuttavia non è riuscito a vincere alcun titolo europeo, allestendo una squadra che si comporta da Harlem Globetrotters nel campionato francese.

Per salvare i propri conti, le società più potenti d‘Europa avevano tentato di ricorrere all’artificio della cosiddetta Super Lega, tentativo fortunatamente naufragato dopo le rivolte delle tifoserie di tutto il mondo. Inutile dire che una qualsiasi altra società non blasonata, con la stessa situazione finanziaria, sarebbe fallita. Ne è la prova il caso del Chievo-Verona, squadra di un piccolo quartiere di Verona, che ha militato per quasi un ventennio nel massimo campionato italiano e che è stata esclusa dal professionismo a causa di alcuni ritardi nei pagamenti pari a 23 milioni di euro. 

L’Inter che vince il campionato pagando in ritardo gli stipendi e il Barcellona che con un miliardo di euro di debito continua a spendere, sono la prova dei due pesi e due misure della giustizia sportiva italiana.

Infatti, in questi giorni, la procura federale sul caso plusvalenze fa un qualcosa di straordinario: propone di punirti a seconda dell’uso che fai con quegli artifici finanziari. 

Si potrebbe paragonare la situazione in questi termini: se rubi per comprarti una macchina sei legittimato, nel peggiore dei casi prendi una multa, se lo fai per sopravvivere vieni punito con più forza. Tutto molto bello o forse drammatico eticamente parlando, la lealtà sportiva viene meno se vuoi rinforzarti in maniera illecita, ma per la giustizia sportiva non è grave se puoi comprare campioni grazie a certe operazioni