di Saturno

Sebbene l’insegnamento umanistico negli istituti tecnici venga messo in secondo piano, ciò non significa che non ci siano modi per migliorarlo. Ricordo che al mio ultimo anno di superiori, gli studenti delle classi quinte in genere non erano capaci anche solo di elencare la periodizzazione della storia (antica, medievale, moderna e contemporanea). Ma questo non significa che fossero stupidi, semmai dimostra il fallimento di un sistema d’istruzione che per 5 anni tiene in classe dei ragazzi a studiare storia senza riuscire a fargli effettivamente apprendere qualcosa. A questo punto mi viene da dire che o eliminiamo l’insegnamento della storia dagli istituti tecnici, perché tanto così com’è svolto oggi non serve a niente, o lo si migliora per renderlo quantomeno decente.

L’insegnamento della storia nelle scuole superiori in Italia ha dei seri problemi, alcuni dei quali cercherò brevemente di analizzarli con questo articolo. Avendo io fatto un ITIS come scuola superiore, ovvero un tipo di scuola dove l’insegnamento umanistico è meno curato di quello tecnico, la mia esperienza personale è sicuramente diversa da quella di un ex liceale. Ma parlando con ex liceali ho comunque notato che ci sono problemi comuni a tutti i tipi di scuole in merito all’insegnamento storico.

La capacità di apprendimento di uno studente varia da diversi fattori. Di solito si pensa solamente alla “predisposizione” di un individuo ad una materia rispetto ad un’altra, cosa che certamente esiste ma che non è l’unico fattore. Una cosa di cui spesso non si tiene conto è la capacità di un professore a far interessare i propri studenti ad una materia, che a sua volta dipende sia dalle capacità del professore stesso (conoscenze dell’argomento e capacità di trasmetterle) che dal metodo d’insegnamento di quella materia (programma di studio, modo di spiegare le cose, libri).

Insegnamento puramente nozionistico

Negli istituti tecnici ci sono i laboratori per l’insegnamento “tangibile” di alcune materie tecniche. Ad esempio ciò che distingue l’insegnamento della matematica a quello dell’elettronica è il fatto che l’insegnamento matematico avviene solamente in classe studiando formule e guardando calcoli alla lavagna, mentre l’insegnamento elettronico è come quello matematico ma unito ad esperienze di laboratorio dove si deve fare un uso concreto delle conoscenze apprese in classe.

L’apprendimento (ad es.) dell’uso delle porte logiche e dei modi per calcolare tensione, corrente e resistenza, viene quindi sfruttato per costruire, modificare e riparare i circuiti. Questo stimola lo studente ad apprendere la materia così da poter costruire circuiti sempre più elaborati e con diverse funzioni. Mentre per quanto riguarda la matematica pura, non ci sono modi di renderla tangibile per suscitare l’interesse degli studenti; questa è la differenza fondamentale.

Per quanto riguarda le materie umanistiche, in un certo senso esse vengono considerate come la matematica, ovvero materie puramente teoriche e non tangibili, con la differenza però che la matematica almeno può essere usata per svolgere calcoli, mentre la storia viene percepita come un qualcosa di fine a sé stessa e quindi inutile. Evitando di fare un discorso sul quanto questo modo di vedere la storia sia stupido perché la storia è fondamentale per comprendere la società del presente, vorrei comunque sottolineare che la storia è un qualcosa di tangibile, è il suo attuale metodo d’insegnamento a non esserlo.

In tal senso uno dei modi per migliorare l’insegnamento storico nelle scuole superiori è quello di renderlo più interessante portando fisicamente gli studenti a visitare le proprie città ma in modo diverso da come viene fatto oggi nei cosiddetti “viaggi d’istruzione”, che sono poco più di occasioni di svago e cazzeggio. Unire lo studio in classe a quello “sul campo” è qualcosa di fondamentale per comprendere la storia.

In Italia quasi ogni città ed ogni piccolo paesino hanno una storia da raccontare. La propria città/paese è un qualcosa che i ragazzi, abitandoci, per forza di cose vedono costantemente ogni giorno. Dando agli studenti gli strumenti per guardarla, comprenderla e collegarla agli argomenti studiate in classe è il modo migliore per rendere più interessante (e quindi efficace) l’insegnamento. Così facendo i ragazzi vengono stimolati dalla curiosità anche a studiare autonomamente determinati argomenti al fine di comprendere meglio il posto in cui vivono.

Alcuni esempi di collegamento tra la storia di un ipotetico paese medioevale con la storia generale possono essere:

Perché in primis esiste il paese? Perché l’Italia è piena di paesini piccoli sparsi tra le campagne? Perché con la caduta dell’Impero Romano, l’economia romana fortemente basata sull’intervento dello stato è collassata e le città si sono spopolate perché i cittadini, non più mantenuti da lontane e fertili terre dell’Impero o dalle zone rurali, sono migrati essi stessi in zone di campagna per coltivare da sé ciò di cui avevano bisogno.

Perché le strade più interne al centro storico sono più strette delle altre? Perché risalgono al medioevo ed all’epoca per motivi militari venivano fatte volutamente strette, così che se forze nemiche avessero fatto irruzione nelle mura, il centro abitato sarebbe stato più facilmente difendibile visto che uno spazio stretto non permette agli attaccanti di usare la superiorità numerica come vantaggio.

Perché il castello del proprio comune ha le pareti inclinate all’esterno della base? Quella in architettura si chiama “scarpa” ed è stata costruita (molto probabilmente) in epoca moderna per rendere l’edificio più resistente. Le macchine d’assedio medievali erano relativamente poco efficaci e quindi le città venivano prese più per fame che per assalti durante gli assedi. Ma in età moderna con la diffusione della polvere da sparo sono stati inventati i cannoni, macchine d’assedio molto potenti che potevano distruggere le vecchie mura e fortezze medioevali, quindi è diventato necessario rafforzarle, ed aggiungere la scarpa a vecchi castelli era un modo per farlo.

La storia di un luogo può essere colta anche guardando particolari a cui normalmente non si fa caso o a cui non si dà importanza. Archi murati su un lato esterno di una chiesa possono testimoniare una navata crollata durante un terremoto, una particolare fessura sul muro di un edificio può testimoniare una balestriera e quindi che quella fila di case attaccate erano le antiche mura della città.

Insegnamento della storia come una cronologia di grandi eventi

Il problema dell’insegnamento della storia come materia non tangibile però si collega anche al problema della materia insegnata in modo sbagliato anche dal punto di vista nozionistico. La prima cosa che insegnano all’università i professori di storia è che la storia non è solo una successione di eventi importanti, battaglie importanti, date importanti e personaggi importanti. Studiare un’epoca storica significa capire cosa pensava la gente all’epoca e perché, cosa mangiava, come si comportava, quali erano le loro attività quotidiane, le loro credenze, ecc. Tutte cose che poi rendono naturale la comprensione dello svolgersi degli eventi storici. In parole povere, la prima cosa che ti dicono all’università è che il modo ti hanno insegnato la storia alle superiori è sbagliato.

Alle superiori viene ancora insegnata come una cronologia di grandi eventi. È comprensibile il fatto che l’insegnamento storico alle superiori, specie negli istituti tecnici, non possa essere svolto con la stessa completezza dell’università. Però, ciò non vuol dire che non possano essere fatti miglioramenti prendendo spunto da come la storia viene insegnata nelle università. Anche in tal senso è sicuramente più interessante per gli studenti comprendere la società e il modo di pensare delle persone in un’epoca piuttosto che imparare semplicemente sterili date e nomi di eventi fini a sé stessi. Anzi, ciò aiuterebbe a ricordare le date e i “grandi eventi”.

Per applicare tale metodo d’insegnamento è necessario avere manuali di storia adeguati, che non siano solo brevi riassunti di grandi guerre e di vite di grandi personaggi ma anche avere professori adeguati, degli insegnanti laureati in lettere che hanno fatto qualche esame di storia nel loro percorso universitario non sono abbastanza. Una materia dovrebbe essere insegnata da chi è specializzato in essa, così da avere professori capaci di rispondere a qualunque domanda ma soprattutto di poter spiegare ogni argomento.

Oltretutto, spesso le lezioni di storia alle superiori sono semplici sessioni di lettura del manuale ad alta voce da parte del professore o, a turno, degli studenti. Questo perché il professore o è svogliato, o non è capace di spiegare un argomento senza il manuale in quanto non è formato su quella materia, o perché si è autoilluso che quello sia un metodo di insegnamento efficace. Dato che uno il manuale può leggerselo anche da solo senza che lo stato dia uno stipendio a qualcuno, in classe il professore dovrebbe spiegare gli argomenti senza passare le ore a leggere ad alta voce. Ma come ho già detto, per pretendere questo dai professori è necessario che le loro conoscenze glielo permettano, quindi ad insegnare la storia dovrebbe essere solo chi è laureato in storia.

Concludo questa riflessione citando una frase del manifesto sulla Socializzazione Scolastica: “il pensiero non è materia inerte, ma ha bisogno di pratica per essere lettera viva”.