di Saturno

In seguito ai recenti scontri in Corsica, il 15 marzo Il Primato Nazionale ha dedicato alla vicenda un dettagliato articolo per descrivere gli avvenimenti ed il loro contesto. Radio Bandiera Nera invece ha voluto accendere i riflettori sulla questione intervistando Filippo De Carlo, segretario generale del partito nazionalista corso Forza Nova, appunto per parlare con lui di quello che sta accadendo sull’isola. Anche noi ora abbiamo deciso di intervistare Filippo ma più per conoscere il suo partito e le sue posizioni politiche.

La seguente intervista è del 28 marzo:

Da giorni in Corsica stanno avvenendo scontri molto violenti tra manifestanti e polizia in seguito alla morte di Yvan Colonna, aggredito in un carcere francese. Ora la situazione com’è? Si è calmata o gli scontri proseguono?

La tensione c’è ancora e la situazione si è momentaneamente calmata solo durante lo svolgimento del funerale di Yvan per rispetto del morto e della sua famiglia, ma la rabbia dei corsi è tanta e presto le manifestazioni ricominceranno.

Il partito politico di cui lei fa parte come si colloca politicamente? Vi definite nazionalisti?

Forza Nova è un partito di destra che al suo interno ha sia chi condivide posizioni autonomiste, sia chi vuole proprio l’indipendenza. Io personalmente mi definisco nazionalista ed ho sempre avuto idee di destra. Essere nazionalista non significa solo chiedere l’autonomia o l’indipendenza per la Corsica, ma significa anche voler difendere la cultura e i valori del proprio popolo. I corsi non sono francesi ma sono pur sempre un popolo europeo con radici greche e romane legato ad altri popoli d’Europa in una storia condivisa e nei valori cristiani.

Come vi ponete in merito alla questione dell’immigrazione?

Siamo contrari all’immigrazione di massa che c’è oggi. Lo stato dell’immigrazione in Francia è peggiore di quello in Italia, ogni anno arriva in Francia l’equivalente della città di Nizza, è una situazione fuori controllo.

C’è il problema dei clandestini che arrivano illegalmente per poi venire sfruttati come manodopera a basso costo causando un abbassamento degli stipendi dei lavoratori francesi e degli immigrati regolari.

Ci sono immigrati regolari che si comportano bene e hanno un lavoro lecito, il problema sono quelli che non riescono a integrarsi nella società e diventano criminali: circa un terzo dei carcerati in Francia sono stranieri. Oltretutto molti degli immigrati che oggi arrivano in Europa sono musulmani e quindi portatori di una cultura troppo diversa dalla nostra e quindi incompatibile. Questo è un ulteriore ostacolo all’integrazione.

In Italia la parola nazionalista è stata bandita dal dibattito politico. Chi si definisce nazionalista qui viene accusato di essere un pazzo estremista da altri partiti politici ma anche da tanti cittadini, è così anche in Francia?

Purtroppo anche in Francia la situazione è così, lo dimostra il fatto che i grossi partiti di destra si definiscono patrioti ma non nazionalisti. In parte è così anche in Corsica: dati i recenti avvenimenti, i vari partiti, sindacati e organizzazioni studentesche stanno facendo riunioni per coordinare le proteste, ma il nostro partito non viene invitato perché tende ad essere considerato estremista dagli altri autonomisti e indipendentisti.

Avete rapporti con forze politiche di altri Paesi?

Abbiamo rapporti con un movimento nazionalista in Costa d’Avorio chiamato l’Espérance du Salut Ivoirien. Esso è contrario all’emigrazione in Europa e vuole che gli africani restino nella loro terra per costruire un’Africa migliore.

Politicamente lei come definisce i corsi, di destra o di sinistra? Chi voteranno alle prossime presidenziali?

In occasione delle elezioni del Presidente della Repubblica i corsi hanno sempre guardato a destra. In merito a questi risultati si dice spesso che in realtà sono i francesi venuti a vivere qui a votare a destra, ma non è così. Alle elezioni regionali invece le cose variano, non c’è una tendenza politica fissa.

Alla seconda domanda però non posso ancora dare una risposta, ora l’isola sta vivendo una situazione particolare ed è troppo presto per dire chi i corsi voteranno alle prossime presidenziali.