Così anche i famosi “settant’anni di pace” garantiti dalle istituzioni europee (sulla carta, facciamo finta di averci creduto) sono de facto finiti nel cesso: giusto in tempo per ricordarci, una volta di più, che la storia non è finita e che il mondo non è affatto indirizzato verso la pace perpetua.
Casualmente, o sarebbe meglio dire curiosamente dato che il caso non esiste mai, l’offensiva scatenata all’alba di ieri dalla Federazione Russa ha avuto il dichiarato scopo di “denazificare” l’Ucraina. Sono parole di Vladimir Putin, a cui sicuramente non possiamo rimproverare di non saperle usare con accortezza.
Cosa significa? Che ancora oggi la legittimazione proviene dall’antifascismo perché mette d’accordo tutti, i belli con i brutti, la sinistra e la destra. Di fatti, ciò che in queste ore si sta mettendo in moto palesa ancora una volta la subalternità dell’UE che rinunciando ad arbitrare con forza e decisione la contesa russo-ucraina lascia lo spazio all’ennesimo gioco delle parti Made in USA che come nella migliore tradizione antifascista si scatenerà contro l’Europa.
Questo occidente è una trappola: lo ha capito adesso l’Ucraina, ora che è stata lasciata sola ad affrontare il fuoco russo, dopo promesse ed amicizie. Mentre a Kiev si combatte, l’Europa non fa altro che illuminare i suoi monumenti. Una reazione che sa di grottesco, se non di vero e proprio insulto. Dov’è finita la Nato? Cos’è stata l’Ucraina se non il pezzo di carne gettato all’orso russo dopo averlo punzecchiato per più di vent’anni?
Mentre nelle città ucraine si dorme nelle metropolitane, il Parlamento italiano applaude commosso, mentre la maggioranza unificata dal centrodestra al centrosinistra suona la carica (twitter) contro Putin e l’invasione, si muore stritolati dai carri armati.
Ecco quindi, il primo risultato di questa guerra: governi occidentali compattati sulle agende atlantiste degli Stati Uniti che risponderanno all’attacco con l’arma che gli è sempre stata più congeniale: il mercato, la loro unica giustizia. Le sanzioni chi colpiranno? La Russia, in primis: lungi dall’esser una superpotenza economica, la Federazione Russa sconterà pesantemente l’intervento militare. Ma chi lo sconterà ancora di più sarà l’Europa e anche l’Italia, fin ora rimasta grottescamente al fanalino di coda sulle relazioni estere, nonostante si giochi una partita molto importante su comparti essenziali. Con le sanzioni feriremo la Russia ma ci infliggeremo da soli un danno grave sul piano energetico, economico, alimentare, industriale e geopolitico attaccandoci di nuovo al cordone ombelicale atlantico.
L’Italia e le nazioni europee devono denunciare e sancire immediatamente la loro uscita dal Trattato Nord Atlantico, strumento obsoleto in assenza di minaccia sovietica e colpevole di essere un’organizzazione che mina la nostra sovranità europea e nazionale non garantendoci nemmeno la sicurezza. Ucraina docet. Inoltre, deve essere denunciata come un vero e proprio piede di porco statunitense in Europa, che dal 1990 viene usata per l’accerchiamento militare e strategico della Federazione Russa, per la destabilizzazione tramite scellerati interventi del teatro mediterraneo come in Libia e in Siria, per l’uso del terrorismo come arma di sabotaggio delle nazioni non allineate, per lo scatenamento – infine – di quella che si profila come un’ennesima guerra tra europei sul nostro stesso suolo.
L’Italia non deve aver paura di svolgere un ruolo di maggiore incisività nei rapporti europei. Soltanto una “volontà unica” italiana ed europea, costretta dagli eventi ad essere “egualmente minacciosa” (Nietzsche, Al di là del bene e del male) di quella Russa potrà detronizzare i due giganti che dal 1945 si spartiscono il nostro continente. Dobbiamo spingere perché l’Europa rinunci alla Nato, per tornare ad essere, e per poter così in termini di parità spingere la Russia a deporre le armi contro i suoi fratelli ucraini e riconoscerne l’indipendenza in contrappeso alle ferite inferte dal dominio sovietico e comunista all’est-Europa: non sarà rivolgendo le armi verso il nostro continente che la Russia post-sovietica si vedrà riconosciuto il suo ruolo.
Soltanto al di fuori della Nato e in termini di potenza rispetto alla Russia, le nazioni europee legate ad una volontà unica saranno sovrane, costituendo ciò che l’Unione Europea delle banche, del debito e dell’antifascismo ha sempre cercato di impedire. Solo così l’Italia potrà guidare una nuova visione europea lontana dai dogmi unipolari a stelle strisce e costruire un nuovo spazio imperiale di libertà e giustizia sociale dei popoli.
Come Blocco Studentesco passiamo con apprensione queste ore, consapevoli che ciò che sta accadendo al popolo ucraino sminuisce tutta l’Europa: se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare, l’Europa ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio, come se venisse a mancare una dimora di amici tuoi, o la tua stessa casa. Ci sminuisce perché sconta l’arroganza di elitès politiche e finanziarie apolidi e senza terra che odiano i popoli, le differenze e le identità. Il nemico è sempre e solo uno, l’usura internazionale e il mondo unidimensionale.
Guardiamo con ammirazione a tutti coloro che ora, mentre si scrive, stanno combattendo e morendo al posto che ciascuno spetta, in difesa della propria Patria e della propria terra, a prescindere dal come e perché. Una bella morte santifica ogni causa.
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