di Alessia
In Italia, nel giro di un anno, il rincaro delle bollette si stima essere aumentato del 131% per la luce e circa il 94% per il gas. La volatilità dei prezzi dei prodotti energetici nel paese è registrata come tra le più alte in tutta Europa.
Come al solito, queste brusche impennate pesano sulla spesa mensile di tutte le famiglie oltre che delle imprese, minando ulteriormente un’economia già lesa in principio e ancor di più dalla crisi pandemica.
Il governo stanzia nel primo trimestre del 2022 5 miliardi di euro circa di aiuti per contrastare il caro bollette, il cui tasso di copertura, però, ammonta a poco più del 6%. Sono quindi somme insufficienti a mitigare e contrastare la drammatica situazione in atto e che nel lungo termine andrebbero solo a tamponare la situazione senza fine risolutivo e sostenibile.
Parliamo di aziende già sottoposte a sollecitazioni da un sistema economico inefficiente la cui attività verrà intaccata ancor più dai costi addizionali a cui si trovano sottoposti: di questo passo tali attività saranno soppresse dall’aumento dei costi; esse destinate al fallimento e i dipendenti alla cassa integrazione.
Le proposte che arrivano dalle direttive europee non sembrano prospettare un futuro altrettanto rassicurante: potenziare l’estrazione di gas al livello nazionale, investire fondi destinati alle risorse rinnovabili per la produzione di energia da fonti fossili, si scontrano inevitabilmente con gli obiettivi climatici europei.
C’è chi invece, il futuro dell’energia pulita, lo ha visto nel risultato della ricerca di Eurofusion, nell’energia all’interno del sole: arrivare alla fusione nucleare e disporre di una quantità di energia potenzialmente illimitata e a basso prezzo.
Eppure, c’è chi nel nostro paese nega totalmente l’ipotesi nucleare.
La realtà è che di 450 centrali nucleari di cui circa 106 reattori in funzione in Europa, 56 sono in Francia di cui 3 lavorano solo per noi generando in tutta Europa il 52% di tutta l’energia nucleare.
Attualmente in Francia la crisi energetica non impatta in maniera poi così drammatica grazie proprio all’impiego del nucleare, dove il rincaro delle bollette aumenterà solo del 4%.
A differenza di quanto si potrebbe pensare, l’impiego del nucleare risulta essere uno dei metodi di produzione di energia più sicuri, permettendo negli anni di risparmiare danni e vittime dovute all’inquinamento dell’aria, che uccide oggi circa 9 milioni di persone l’anno.
È l’ENEA ad affermare che gli impianti sono provvisti di sistemi attivi e passivi di contenimento che garantiscono un’affidabilità di questi ultimi, misure di sicurezza che non vennero invece riscontrate nella centrale di Chernobyl: Nella storia dell’energia nucleare gli incidenti sono stati pochissimi e le loro conseguenze molto limitate, se confrontate con quelle derivanti dallo sfruttamento e nella gestione delle altre fonti energetiche.
È fattuale che gli investimenti in tecnologie energetiche rinnovabili a basse emissioni di carbonio non riusciranno a sostituire in larga scala le fonti non rinnovabili. È certo, però, che la promozione dell’efficienza nucleare, al di là degli importanti tempi di investimento di costruzione pressoché limitanti, permetterebbe di non pagare più bollette in crescita, ridurre la dipendenza dall’estero e dunque un minor carico di spesa dei pagamenti con l’estero, garantire maggior stabilità politica oltre che rispettare i requisiti ambientali.
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