Di Elena
In questi ultimi mesi, le principali piazze italiane sono state riempite da manifestanti che invocano la propria libertà dopo quasi due anni in “emergenza sanitaria”. Tra i tanti coraggiosi che non si vergognano a chiedere le dimissioni del premier Draghi e del suo entourage ci sono persone di ogni estrazione politica che però nella maggior parte dei casi sembrano cooperare in maniera civile.
In piazza con i cartelli e le bandiere si vedono i lavoratori e si vedono i pensionati ma davvero pochi giovani. Inevitabile quindi chiedersi che fine abbiano fatto i ragazzi che combattono per le proprie idee. Che fine abbia fatto quello spirito ribelle che caratterizza gli anni più belli della vita di ciascuno.
Anni e anni di annichilimento e chiusura hanno brutalizzato lo spirito della giovinezza. L’ossessivo utilizzo dei social network impedisce al ventenne medio di vivere la propria vita nella realtà che è tutto, meno che virtuale. Sul web, ogni desiderio è a portata di mano: dallo shopping all’amore (vedi le numerose applicazioni di incontri), quindi cosa potrà mai avere ancora di accattivante il mondo reale dove per ottenere qualsiasi cosa ci vuole fatica?
Negli ultimi lustri è venuto progressivamente a mancare quello spirito di iniziativa creativa giovanile che aveva un forte impatto sulla realtà. I comitati studenteschi universitari sono ormai diventati dei luoghi di ritrovo per futuri sindacalisti della CGIL o associazioni di figli di papà che discutono su cosa bere il sabato sera o su che smalto comprare.
Questa vita superficiale e insignificante già confezionata che spetta ad ognuno di noi viene implicitamente accettata da ogni individuo sociale nel momento in cui vuole entrare a fare parte di un gruppo, di un gregge anonimo ma compatto. A guidare questi balordi ci sono poi dei personaggi dal dubbio gusto estetico e dalle limitate capacità cognitive che si auto professano ‘’insegnati di vita’’, usando tante belle parole in ordine casuale e senza necessariamente essere convinti in quello che sbandierano, in funzione di un sistema che vuole tutti schiavi.
Spostando l’attenzione però a quello che avviene in questi giorni, si può notare che la fascia d’età più attenta al rispetto delle regole illegittimamente imposte dallo Stato, è proprio quella dei giovanissimi fino ad arrivare ai trentenni circa. Sembra che la tutto sommato comprensibile voglia di tornare ad una parvenza di normalità sia preponderante sul dover accettare ogni tipologia di ricatto senza battere ciglio. Come precedentemente accennato, i giovani, oggi non sono abituati a lottare per raggiungere un obbiettivo, se qualcosa non è confezionato e consegnato a casa da un corriere non vale la pena di essere preso in considerazione.
«Accettare il Green Pass è un atto di umanità perché conserva in sé uno spirito altruista». Quante belle parole che vengono private della propria accezione positiva e nobile sono state ripetute in maniera martellante dai giornalisti oltre i limiti di sopportazione, tanto che ora i giovani hanno interiorizzato questo tipo di dialettica e, come automi lo propagandano nelle aule e nelle strade, talvolta magari anche accanendosi con l’amico storico che dubita dell’efficacia del vaccino o della legittimità del lasciapassare.
Per contro si può anche capire come si sia arrivati ad un livello di disperazione dopo due anni di chiusure irregolari, il tasso di suicidi tra i giovani infatti è schizzato alle stelle. La solitudine forzata è un demone contro cui è difficile lottare. Essa può essere un’amica fedele per chi la necessita, perché aiuta ad analizzare la propria vita, ma può rappresentare anche il peggiore dei nemici per chi non è in grado di affrontarla.
In mezzo a tanta superficialità e dolore, ci sono però ancora dei ragazzi che non riescono a conformarsi a questo mondo omologato e grigio dove la logica del pensiero unico e della censura dominano il paesaggio. Non piegare la testa è un atto di libertà coraggioso che permette all’individuo di vedere la realtà: triste e brulla, che deve spingerlo a lottare per riprendersi il proprio futuro.
Ovviamente scendere in piazza per contare i sessi degli angeli o per saltare la scuola il venerdì mattina indossando un impermeabile giallo e le treccine non restituisce niente a nessuno, ma anzi, ci spinge ancor più verso l’omologazione.
Beati quindi quei ragazzi che tra tutta questa massa informe di capi chini, riescono ancora a trovare la spinta per armarsi contro la corruzione del mondo moderno, che affonda lentamente abbrutendo lo spirito in favore di una scienza dogmatica e l’illusione di battaglie contro i mulini a vento.
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