Di Rocco
L’1 settembre riapriranno le scuole, ma, come al solito, rimangono tanti i problemi organizzativi, ovviamente parliamo di quelli legati alla prevenzione di eventuali contagi da COVID-19, agli altri ormai non ci facciamo quasi più caso.
Da quanto appreso, il prossimo 24 agosto al ministero dell’istruzione si terrà una nuova riunione con tutti i sindacati per definire il protocollo di sicurezza nelle scuole.
Walter Ricciardi, consulente del ministro della salute, si è dichiarato “molto preoccupato per il modo in cui si sta programmando la riapertura”. Il timore è quello di veder ripetere ciò che è accaduto lo scorso anno, e i dubbi crescono sempre di più in una situazione generale che ondeggia tra il ridicolo e il grottesco.
Ma andiamo per ordine, ci sono diversi aspetti critici da analizzare.
LA QUESTIONE GREEN PASS:
È la stessa associazione nazionale dei presidi a non aver ancora dato l’ok al protocollo di sicurezza, lamentando che senza risposte chiare le scuole sono esposte a problemi ingestibili e a contenziosi certi.
A tenere banco è ancora la questione della verifica del possesso del green pass da parte del personale: i presidi ritengono che il controllo attraverso la App sia troppo macchinoso e comporti una perdita di tempo che potrebbe essere evitata con la consegna della certificazione. Si profila una situazione quanto meno ridicola, c’è un evidente carenza del personale amministrativo e pensare che quei pochi si mettano a controllare quotidianamente il green pass è irrealistico. Ciò comporterebbe un cortocircuito nell’organizzazione delle singole scuole.
Tanto varrebbe fare come già avviene negli ospedali: consegnare direttamente il green pass stampato e risolvere definitivamente il problema del controllo.
C’è poi la questione delle sostituzioni dei docenti che non presentano il green pass: fino al quinto giorno di assenza non si possono chiamare i supplenti. È vero che le scuole dispongono di personale aggiuntivo — l’organico Covid — ma secondo i presidi non basta. Inevitabilmente anche questa situazione creerà disagio nel regolare svolgimento delle lezioni.
I TAMPONI:
Per quanto riguarda gli studenti, soprattutto i più piccoli che non sono vaccinati, l’Istituto superiore di sanità sta studiando un piano per i test di massa che dovrebbe coinvolgere 110 mila alunni di scuole campione ogni mese (i soliti numeri da capogiro all’italiana), sono in previsione i test salivari che risultano meno invasivi.
L’ORGANIZZAZIONE DEI TRASPORTI:
Dopo due anni scolastici di pandemia sembra di rivivere sempre la stessa situazione in un circolo vizioso. Tra una storia dei Ferragnez che dispensano lezioni di vita sul come essere rispettosi e inclusivi (direttamente dal loro yacht in Sardegna), la ripresa del campionato di serie A, ministri sotto gli ombrelloni e la restante buona parte del governo impegnata su temi quanto più lontani dalle esigenze del popolo (come DDL Zan e Ius soli), tutto tace sull’organizzazione dei trasporti che rappresenta invece il punto più cruciale del rientro a scuola. Attendiamo quindi con grande ansia le linee guida, che pare saranno emanate entro fine mese, tracciate nella riunione tra i ministeri delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, della Salute, le Regioni e l’Anci (associazione nazionale dei Comuni). Seguiranno aggiornamenti.
IL PIANO VACCINALE:
Cominciano intanto ad arrivare numeri aggiornati sui vaccinati nel mondo della scuola. Non sono i definitivi che il generale Francesco Paolo Figliuolo si aspettava dalle Regioni per oggi, ma molte amministrazioni li hanno già aggiornati e all’inizio della settimana prossima si potrà fare il punto: la percentuale di coloro che hanno ricevuto una dose sale intanto all’87,18%. Sono 186 mila i docenti che non hanno ancora contattato la Asl per la vaccinazione. Ma i dati di Sicilia, Toscana, Piemonte, Sardegna, Molise, Emilia-Romagna e Veneto vanno ancora controllati.
I RAGAZZI “IMMUNIZZATI”:
Cresce il numero delle prime dosi per gli adolescenti: il 63,58% della fascia 16-19 anni ha fatto almeno la prima dose (e dunque potrà essere vaccinato per l’inizio della scuola) mentre per i più piccoli, la fascia 12-15 anni, la percentuale resta al 34,37%. Le Regioni però stanno cominciando con gli open day e con le vaccinazioni anche senza prenotazione. Tuttavia, stando alle ultime notizie, anche i vaccinati con due dosi hanno quasi la stessa probabilità di ricevere e trasmettere il virus dei non vaccinati.
Dunque, saranno più sicuri i primi, che potranno stare in aula senza mascherina in quanto provvisti di Green pass, o i secondi, che dovranno mantenerla poiché senza certificato verde, ma sottoposti a tamponi ogni mese?
LE CATTEDRE VACANTI:
Infine l’ultima questione da affrontare è senz’altro quella delle cattedre vacanti, circa 112mila solo in organico stabile. Secondo quanto si apprende dal Sole 24 Ore, nel decreto Sostegni bis si è allargata la platea di precari da stabilizzare, ma molte di queste cattedre rischiano di rimanere vuote, e quindi da assegnare a un supplente. I sindacati mettono le mani avanti e parlano di 200mila cattedre precarie.
LA MORALE DELLA FAVOLA:
Insomma, a pochi giorni dalla riapertura sembra di ascoltare il solito disco rotto, come sempre a causa dell’incompetenza o la noncuranza di chi si è già dimostrato inadeguato in passato. A rimetterci però sono sempre gli studenti, già martoriati da oltre un anno e mezzo di didattica a distanza e che hanno visto distrutta ogni forma di socialità che la scuola dovrebbe invece incarnare.
Un governo che ignora in questo modo la scuola e i ragazzi è la riprova dell’ormai chiaro disprezzo per tutto ciò che sia riconducibile alla cultura da parte della classe dirigente, con al seguito una gioventù abbandonata a sé stessa nell’impossibilità di capire se si è nemici del popolo per gli “assembramenti” o salvatori ed esempio per l’alta percentuale di vaccinazioni rispetto alle altre generazioni e che riesce a trovare dei punti di riferimento solo in qualche influencer da strapazzo.
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