di Saturno

Sebbene il tema dell’immigrazione venga continuamente trattato da politici e media, è comunque un argomento che evidentemente la maggioranza delle persone non ha compreso a fondo perché trattato sempre superficialmente. Quelli che sono i più grandi oppositori mainstream dell’immigrazione, come Salvini e la Meloni, usano principalmente come argomentazioni quelli che sono gli effetti negativi a breve e medio termine dell’immigrazione, come il costo per lo Stato, il loro effetto negativo su salari e diritti lavorativi, il loro delinquere che genera disagi e tensioni sociali, etc.

Per quanto esse siano argomentazioni valide, sono comunque secondarie rispetto a quello che è il problema principale dell’immigrazione di massa, ovvero la sostituzione etnica; ma sono in pochi ad aver compreso ciò. Parlare di sostituzione etnica oggi in Italia è impossibile, è un vero e proprio tabù, anche solo accennarvi genera scandalo e indignazione che precedono le solite accuse di razzismo e complottismo. Ma indifferentemente da quanto possano piangere, gridare e indignarsi gli antifascisti lobotomizzati dal politically correct, parlare di sostituzione etnica significa prendere atto della realtà, non credere a bizzarri complotti.

L’INTEGRAZIONE DI MASSA NON ESISTE

Il primo passo per comprendere il come sia possibile una sostituzione etnica è capire che l’integrazione di massa non esiste, è un concetto a cui i politici fanno spesso riferimento senza però averlo compreso. Innanzitutto esso è solo un modo più petaloso per dire “assimilazione”, ovvero quando uno straniero si adatta totalmente alla nuova società in cui vive, al punto da diventarne membro a tutti gli effetti, dal punto di vista culturale (lingua, religione, tradizioni, stile di vita e valori morali) ancora prima che legale.

Chiunque sia stato a contatto un minimo con degli immigrati sa già che loro sono arrivati in Italia per lo più per puri interessi materiali, ovvero necessità economiche e/o talvolta politiche (rifugiati[1]) e (per la stragrande maggioranza) non hanno alcuna intenzione di integrarsi, a loro non importa niente di diventare italiani, l’unica cosa che vogliono è vivere in uno status economico migliore di quello dei loro Paesi di provenienza. Questo non lo dico con odio o disprezzo, in quanto è un sentimento nobile e condivisibile quello del non voler rinunciare alla propria identità nazionale. Anch’io se fossi espatriato in un altro Paese (per motivi economici o quant’altro), ovviamente, non avrei nessuna intenzione di rinnegare la mia identità, la mia cultura, e di farmi assimilare in un altro popolo.

Integrare stranieri tuttavia è possibile, ma ci sono due importanti fattori che determinano la facilità del processo. Il primo è che ciò risulta possibile solo quando il loro numero è basso. È ridicolo pensare di prendere le masse di immigrati arrivati in Italia negli ultimi anni e renderli tutti “italiani” come se nulla fosse.

Mi spiego meglio facendo anche qualche esempio. Quando un gruppo etnico straniero è particolarmente numeroso, talvolta esso tende a ghettizzarsi da solo, isolandosi dalla società e creandone una parallela. Si pensi alle banlieue francesi, ovvero quartieri-ghetto controllati di fatto dagli stranieri stessi che ci vivono e molto pericolosi da frequentare per i francesi veri[2].

Fenomeni analoghi avvengono anche in altre nazioni europee come il Regno Unito, dove nei quartieri-ghetto controllati da stranieri nel 2013 veniva imposta la Sharia (legge islamica) da pattuglie di “vigilanti” musulmani a chi frequenta quei posti (divieto di bere alcolici, divieto di accesso a donne con abiti succinti)[3], anche ai non musulmani. Tale fenomeno è stato poi fermato dalle autorità, ma il punto è che non sarebbe dovuto avvenire in principio se quelle persone avessero avuto voglia di integrarsi nella società inglese. Nel Regno Unito poi vi sono le Sharia Court, ovvero una sorta di tribunali usati dai musulmani per (in teoria solo) risolvere piccole controversie finanziarie e questioni di divorzio[4] che spesso creano problemi perché capita che il divorzio venga negato alle donne vittime di violenza domestica[5]; di fatto quindi, la creazione di questa sorta di tribunali è un passo in più verso l’autoisolamento dalla società in cui vivono.

Un altro esempio eclatante sono le no-go zones in Svezia[6], la versione scandinava delle banlieue francesi, ovvero intere zone cittadine controllate da immigrati e pericolose da frequentare persino per la polizia stessa.

Ma vediamo anche esempi italiani, come i famosi campi rom, vere e proprie società parallele in miniatura con proprie regole, gerarchie ed autorità, abitati da non italiani, il cui popolo però è presente nella nostra penisola da secoli, eppure in tutti questi secoli non hanno (per grossa parte) mai voluto integrarsi nella nostra società, preferendo per l’appunto ghettizzarsi da soli e crearsi la loro di società.

Volendo poi citare un altro esempio nostrano, ci sono le varie baraccopoli abitate da migranti, come a Borgo Mezzanotte (provincia di Foggia) dove i migranti hanno allestito un complesso di baracche soprannominato “la pista” che funziona come una vera e propria città, con tanto di camere in affitto, negozi, macelleria, bar, ristoranti e addirittura una discoteca che si sponsorizza con stampe pubblicitarie. Fra i vari servizi reperibili poi nella pista ci sono ovviamente anche droga e prostitute[7], insomma come un centro sociale ma più grosso e solo per africani.

Quando invece il loro numero è piccolo, ghettizzarsi è molto più difficile se non impossibile dato che anche volendo non avrebbero una comunità di conterranei abbastanza grossa per farlo.

Un altro fattore fondamentale che determina la facilità dell’integrazione di uno straniero è la somiglianza della sua cultura con quella del Paese dove dovrebbe integrarsi. Per un francese o uno spagnolo è molto più facile integrarsi nella nostra società e viceversa, mentre è più difficile per un esteuropeo, ed è ancora più difficile con un non occidentale, come un arabo o un africano. Le loro società, lingue, tradizioni, valori, passato storico, etc. sono troppo differenti e talvolta le differenze sono insormontabili, quindi pensare di voler integrare un allogeno in una società troppo diversa da quella a cui è abituato è veramente molto difficile.

Per fare degli esempi, la nostra cultura europea ed occidentale che crede in valori come libertà, secolarismo, diritti umani ed uguaglianza dei sessi (che esiste già per quanto ne strillino le femministe), sono incompatibili con alcune culture mediorientali e nordafricane intrinsecamente legate a un certo tipo di islam, le quali vedono in modo diseguale uomo e donna, quest’ultima trattata come fosse una proprietà del marito e del padre: non può vestirsi come vuole ma deve coprirsi dalla testa ai piedi, non può lavorare, viaggiare e vivere senza permesso, ecc. Come fa la cultura di chi ritiene giusto punire l’adulterio con la lapidazione, ad essere compatibile con il garantismo e lo stato di diritto occidentale? Ho accennato ai diritti della donna solo per fare un esempio, senza voler citare altri temi, come il modo in cui vengono visti e trattati gli omosessuali.

Quante volte sentiamo di genitori musulmani residenti in Italia che maltrattano, picchiano e talvolta massacrano i propri figli perché vogliono vivere “alla maniera occidentale”? Quant’anno ad esempio è stato eclatante il caso di Saman Abbas, figlia di pakistani e uccisa dallo zio del padre (con l’approvazione del genitore). La sua colpa? Non aver voluto accettare le nozze combinate dai genitori[8]. Caso che ricorda quello di Hina Saleem[9], che aveva sposato un non musulmano e viveva da occidentale, uccisa dalla sua stessa famiglia perché accusata dai genitori di assumere “atteggiamenti da cristiana e non da musulmana”. Adnkronos ha stilato una piccola lista dei casi di questo genere più eclatanti.

 DEMOGRAFIA DEGLI STRANIERI IN ITALIA ED EUROPA

Ora, dopo aver capito perché l’integrazione degli immigrati non è una cosa automatica da dare per scontato anche dopo anni ed anni di residenza in Italia, guardiamo alcuni dati oggettivi per comprendere la portata della sostituzione etnica che sta avvenendo. Gli stranieri, è risaputo, fanno molto più figli degli italiani; ad esempio nel 2016 gli stranieri erano l’8,3%[10] della popolazione ed hanno contribuito intorno al 14% delle nascite![11] Sebbene sia vero che negli ultimi anni anche il loro numero di nascite sia calato, esso resta sempre più alto di quello degli italiani[12], quindi la sostituzione si è solo rallentata, non fermata o tanto meno invertita.

Al di là degli stranieri e del loro tasso di fertilità, quanti sono gli immigrati e qual è stata la loro crescita negli ultimi anni? Nel 2003 in Italia gli stranieri residenti erano il 2,7%, nel 2006 il 4,5%, nel 2008 il 6,5%, nel 2012 il 6,8%, nel 2015 l’8,5%[13]. Ora chi davanti a questi dati che mostrano l’enorme crescita percentuale degli stranieri dal 2,7% all’8,5% in 15 anni, ha il coraggio di negare che non c’è rischio di alcuna sostituzione etnica e che si tratta di qualcosa di impossibile?

Ma la realtà è anche peggiore di come sembra, questo perché i dati si riferiscono a persone di cittadinanza non italiana residenti in Italia. Per avere un quadro più completo bisogna anche calcolare gli stranieri a cui è stata concessa la cittadinanza, perché nelle statistiche non vengono più calcolati come stranieri ma come italiani. Dal 2010 al 2019 le cittadinanze concesse sono circa 1 milione e 180 mila[14]. Quindi quando nelle statistiche nazionali, regionali e comunali si vede il numero di stranieri scendere o comunque non salire, è anche perché c’è chi ha preso la cittadinanza e non viene più calcolato come straniero, non perché il loro numero non sia effettivamente fermo o in calo.

Un numero enorme frutto della facilità con cui è possibile prendere la cittadinanza italiana, nella UE siamo i secondi per numero di cittadinanze concesse[15]. È ridicolo vedere come persino i requisiti per ottenere la cittadinanza di San Marino (30 anni di residenza, 15 per il coniuge, 10 per i figli maggiorenni ed automatica ma con delle condizioni per i figli minorenni[16]) siano più restringenti di quelli italiani (10 anni di residenza, 2 per il coniuge residente in Italia, 3 per il coniuge residente all’estero, 5 per i figli maggiorenni ed automatica ai figli minorenni se conviventi col genitore al momento dell’acquisizione). Ma c’è chi sia a sinistra[17] che a destra[18], non ancora soddisfatto della facilità con cui si ottiene la cittadinanza italiana, vorrebbe anche lo ius soli.

Guardiamo invece come stanno messi altri Paesi europei, come la Germania tanto amata dalla nostra sinistra. Nel 2015 un bambino su cinque ha la madre con doppia cittadinanza, gli stranieri sono 11,4 milioni (circa il 13,5% della popolazione), mentre la popolazione con origini straniere è quasi il doppio, ovvero 21,3 milioni (circa il 25%, dati del 2019)[19].

In Svezia, dove attualmente più di un terzo della popolazione ha origine straniera, è stato calcolato che entro 45 anni (2065) gli svedesi saranno minoranza etnica nel loro stesso Paese[20].

Ora, dopo aver visto questi dati, secondo voi cosa accadrà all’Italia se questi trend non cambiano? Se gli italiani continueranno ad espatriare e fare meno figli degli immigrati, i quali continueranno ad arrivare in massa, come sarà il nostro Paese tra cento anni? Si potrà ancora parlare di “nostro” Paese?

CONSIDERAZIONI POLITICHE

Il problema della sostituzione etnica, essendo di tipo demografico, è dannatamente insidioso. Perché se (ad esempio) adottassimo politiche per favorire la natalità degli italiani, cominceremmo a vederne gli effetti dopo anni ed anni, non certo subito. Proprio per questo non c’è più tempo, non possiamo ignorare il problema ora per rimandarne la soluzione in futuro; il punto di non ritorno è più vicino di quanto sembra.

Questo perché gli immigrati, specie quelli extracontinentali, si sono sempre dimostrati più uniti di noi e se si lascia prendere la cittadinanza a milioni di loro, essi supporteranno (per fare i propri interessi) in blocco l’area politica a loro favorevole, ovvero quella pro-immigrazione incontrollata e pro-multiculturalismo, mentre noi italiani, popolo ormai pieno di xenofili ed etnomasochisti con i sensi di colpa per il colonialismo, continueremo ad essere divisi in merito a questa faccenda. Quindi al punto di non ritorno, in cui non avremo più la possibilità di risolvere la situazione votando democraticamente, si può arrivare anche prima che gli italiani diventino effettivamente la minoranza.

Non deve importarci nulla di essere tacciati come estremisti, xenofobi, e chi più ne ha più ne metta. Bisogna dire le cose come stanno e senza addolcire le parole per tentare di rientrare nello spazio di dibattito politically correct. In primis perché il sistema non permette a nessuno che non sia allineato al pensiero unico dominante di rientrare nell’area politica considerata “legittimata”; si pensi alla costante ferocia con cui si tenta di screditare il liberale e moderato centro-destra italiano con accuse di razzismo, xenofobia, ecc. Persino Berlusconi per anni è stato accusato di essere fascista per tentare di screditarlo. Noi non abbiamo bisogno della legittimazione di nessuno per fare politica e non dobbiamo sperare che ci vengano concessi spazi ed agibilità politica, noi ce la dobbiamo prendere da soli e basta.

In secundis invece perché addolcendo il modo di parlarne, magari anche evitando di parlare di sostituzione etnica e limitandoci (es.) a citare i problemi economici legati all’immigrazione di massa, si rischia di non far comprendere alle persone la gravità del fenomeno. Le masse dormono perché l’invasione è stata progressiva e, come una rana che cuoce in una pentola a cui si alza pian piano la temperatura invece che di colpo, non si stanno accorgendo del fatto che si stanno ponendo le basi per la futura scomparsa del loro popolo. Anzi, ormai a questa situazione di continui arrivi in massa di stranieri ci si è anche abituati ed è vista come la normalità con cui convivere. Tale problema quindi va trattato con tutta la durezza necessaria e deve arrivare alle persone come un pugno allo stomaco, nella speranza di farle risvegliare.

La sinistra in Italia tra l’altro, sempre più spudoratamente esterofila, vede questa situazione addirittura come positiva. Continuamente essa ci dice sui giornali, le tv, i social, di come gli stranieri (che in grossa parte vengono da Paesi con valori morali contrapposti a quelli occidentali) arricchiscano la nostra cultura, di come facciano i lavori che gli italiani non vogliono più fare (quando in realtà esistono solo paghe e non lavori che gli italiani non possono permettersi di accettare), di come ne abbiamo bisogno perché non facciamo abbastanza figli e loro ci pagheranno le pensioni (ignorando totalmente la possibilità di risolvere questa cosa favorendo la natalità degli italiani ed il lavoro per fermare l’emigrazione dei nostri ragazzi).

Perché dovrei vedere come positivo il processo di scomparsa del mio popolo? Perché dovrei accettare che il mio popolo venga sostituito? Perché non dovrei preoccuparmi che i miei figli e nipoti (se non io stesso) un giorno potrebbero essere minoranza etnica nel loro stesso Pese? È davvero troppo volere che l’Italia resti la terra degli italiani, la Svezia degli svedesi e la Germania dei tedeschi? La sinistra ci vede come un popolo di lazzaroni impediti che hanno bisogno degli stranieri anche solo per raccogliere pomodori, ma la realtà è che noi non abbiamo bisogno di nessuno, solo di noi stessi.

L’arrivo in massa di immigrati non è una cosa positiva per il nostro popolo, semmai lo è solo per quella parte di persone a cui fa comodo avere a disposizione manodopera sottopagata, ovvero chi mette il proprio guadagno pecuniario prima degli interessi del suo popolo, alla mafia (italiana e nigeriana) che ingrossa le fila della propria manovalanza criminale e alle cooperative rosse che campano parassitando con i fondi statali e comunitari per l’accoglienza dei “migranti”.

Ci troviamo nel bel mezzo di un’invasione senza precedenti in quanto avviene in modo pacifico, ed invece di fucili e cannoni le armi degli invasori sono la miseria ed il senso di colpa degli occidentali. Siamo visti come una terra da colonizzare, così come gli europei vedevano le Americhe secoli fa. Ed i sinistroidi sono i loro collaborazionisti.

Quando un popolo rischia di essere sostituito etnicamente non ha senso fare una distinzione fra “immigrazione buona” ed “immigrazione cattiva”. Perché nessuna immigrazione, regolare o irregolare che sia, può essere considerata “buona” e tollerabile in un contesto del genere. Anzi, in un contesto simile l’unica immigrazione considerabile “buona” è quella degli italiani all’estero che tornano in Patria.

Ma purtroppo le persone in grossa parte non si rendono conto di ciò, per ignoranza o incredulità (anche se i numeri parlano chiaro); o comunque anche se ne rendono conto, temono ad ammetterlo per paura di essere tacciati come estremisti. Il nostro compito quindi è quello, per quanto possibile, di portare tale problema all’attenzione delle persone rendendole consapevoli di questo pericolo normalizzando il discorso sulla sostituzione etnica che deve cessare di essere un tabù.

Che questo faccia da monito agli stessi appartenenti al nostro ambiente politico affinché non sottovalutino il problema dell’immigrazione relegandolo esclusivamente al gruppo che spaccia alla stazione o al gruppo che aggredisce le persone in una zona della città. La battaglia contro la sostituzione, ancor prima che essere una battaglia per l’ordine pubblico, la sicurezza ed il decoro urbano, è oggi più che mai una battaglia per la sopravvivenza ed il futuro del nostro popolo e della nostra civiltà.


[1]      https://www.ilgiornale.it/news/politica/presentato-report-fondazione-migrantes-nel-2019-respinto-l80-1791909.html

[2]      https://www.ilprimatonazionale.it/esteri/assistiti-nichilisti-estremisti-viaggio-nel-pianeta-banlieue-34435/

[3]      https://www.youtube.com/watch?v=rcsG-u2GtZE&ab_channel=CNN

[4]      https://en.wikipedia.org/wiki/Islamic_Sharia_Council ed https://en.wikipedia.org/wiki/Muslim_Arbitration_Tribunal

[5]      https://www.youtube.com/watch?v=yi_ELazArwg&ab_channel=CBNNews

[6]      https://www.youtube.com/watch?v=NNEZQTSJv4Y&ab_channel=RT

[7]      https://www.youtube.com/watch?v=TAehyWNrmLM&ab_channel=AntonioProcacci

[8]      https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/saman-terribili-parole-zio-sparizione-lavoro-fatto-bene-196541/

[9]      https://www.adnkronos.com/sana-hina-e-le-altre-massacrate-perche-volevano-vivere-alloccidentale_1utg88W4ced8xBfsuSKRNQ?refresh_ce

[10]    https://www.tuttitalia.it/statistiche/cittadini-stranieri-2016/

[11]    https://www.avvenire.it/attualita/pagine/senza-i-figli-degli-immigrati-inverno-demografico-pi-rigido

[12]    https://www.agi.it/cronaca/italia_nascite_bambini_stranieri_istat-6619972/news/2019-11-26/

[13]    https://www.tuttitalia.it/statistiche/cittadini-stranieri-2015/

[14]    https://www.lenius.it/dati-cittadinanza-italia/

[15]    https://www.agi.it/estero/news/2021-03-15/cittadinanze-concesse-italia-seconda-ue-11779925/

[16]    https://www.sanmarinosite.com/info-utili/cittadinanza/

[17]    https://www.ilprimatonazionale.it/primo-piano/letta-ius-soli-centrodestra-mai-questa-legislatura-185567/

[18]    https://www.fanpage.it/politica/berlusconi-ius-soli-si-puo-approvare-ma-non-adesso-bisogna-aspettare-qualche-anno/

[19]    https://www.infomigrants.net/en/post/26291/german-population-of-migrant-background-rises-to-21-million

[20]    https://www.ilprimatonazionale.it/esteri/svezia-suicidio-svedesi-minoranza-190362/