Di Leonardo

Da decenni ormai la morte di Dio, annunciata dal filosofo tedesco Nietzsche, è una caratteristica che accompagna il mondo occidentale.

È un dato di fatto ormai che Dio non incuta più timore a nessuno, se non a qualche anziano rimasto attaccato alle usanze dei suoi anni, e che la maggior parte delle persone che si dichiarano cristiane lo siano solo per mera abitudine.

La caduta della maggiore corrente spirituale in Occidente è inevitabilmente dovuta ad un riversamento delle masse nel mondo della tecnica. Oggi più che mai vediamo come le persone divinizzino la scienza facendone una vera e propria religione (anche ciò predetto dal filosofo tedesco).

Basta mettere un grafico con i dati che si vogliono unito alla tipica frase “lo dicono gli esperti/scienziati o direttamente la scienza” e la maggior parte delle persone non contesterà mai quello che gli viene mostrato anche nel caso in cui il grafico non dovesse avere alcun tipo di significato.

Lo spirito di osservazione critica e dubbiosa ha ucciso Dio ma ora si trova impotente davanti al sostituto di quest’ultimo.

Nietzsche avrebbe quindi apprezzato il mondo moderno?

Più passa il tempo più è chiaro che le generazioni venture non daranno peso al metafisico per dedicare anima (o ciò che ne rimane) e corpo solo a ciò che è sensibile.

Questa totale perdita dei valori spirituali sostituiti interamente da quelli della scienza porta però anche ad una serie di conseguenze non indifferenti sul punto di vista etico.

L’allontanamento dal mondo spirituale (ampiamente inteso e non strettamente cristiano) distacca irreversibilmente anche dalla natura, togliendole il ruolo di ponte tra mondo sensibile e quello metafisico; viene conseguentemente a crearsi tra l’uomo e la natura un rapporto di padrone-dominato (situazione genitrice del poco rispetto verso di essa).

Eppure in questi anni più e più volte abbiamo visto masse oceaniche di ragazzi scendere in piazza per la salvaguardia dell’ambiente, questo potrebbe sembrare un ossimoro a prima occhiata ma si svela essere del tutto logico.

Come si può predicare la salvaguardia dell’ambiente se non si ha nessun tipo di legame con la natura? Ha lo stesso valore dell’affermare di voler sacrificare sé stessi per qualcuno che non conosciamo e per cui non proviamo nessun tipo di simpatia.

Ogni manifestazione “green” ha portato in sé lo stesso morbo che appesta il resto della società: l’esaltazione della nuda tecnica. Non si fa che parlare, anche su questo, in termini solo ed esclusivamente scientifici.

Per quanto ci si possa opporre all’universo dei teosofi e dei santi è innegabile come la spiritualità abbia un’abilità unica nell’unire i popoli, basti guardare all’Iran o alla Siria di Assad (due approcci politici alla spiritualità molto distanti fra loro ma parimenti efficaci), che il mondo della tecnica non è in grado di eguagliare.

Si potrebbe quindi dire che l’Occidente, a seguito della morte di Dio, abbia perso ogni legame con il mondo spirituale ma non le brutte abitudini trasmesse dal cristianesimo, in primis la fede cieca.

Tutte queste caratteristiche, presumibilmente, non avrebbero reso il filosofo tedesco soddisfatto della società post-morte di Dio.

Nietzsche in diverse occasioni mostrò interesse verso tematiche spirituali ed esoteriche (esempio lampante di ciò è il libro “l’anticristo”) ma distacco verso la rigidità delle regole morali imposte dalle religioni monoteiste, si potrebbe quindi dire che Nietzsche più che anti-spirituale (come spesso invece le scuole inculcano) fosse anti-religioso.

A ragion di ciò, forse, Nietzsche avrebbe preferito un mondo ancora schiavo del cristianesimo bigotto ma con un seme di positività che un mondo schiavo della tecnica bigotta e apatica.