Di Leonardo
La saga videoludica “fallout” è una delle più affermate nel campo dei GDR (Gioco Di Ruolo – n.d.r.), specialmente quando si tratta del tema post-apocalittico e si può dividere in due periodi “storici”, il primo è quello isometrico ed il secondo invece quello 3D.
Il primo è stato segnato non solo dallo stile di gioco da cui deriva il nome ma anche dal team di sviluppo ovvero il Black Isle Studios. Sotto questo studio, infatti, sono nati giochi iconici del calibro Fallout, Fallout 2 e Fallout: Tactics. A queste pietre miliari poi bisogna anche affiancare il molto meno apprezzato Fallout Brotherhood of steel.
Bisogna comunque considerare come il genere d’appartenenza fosse di nicchia e che quindi la serie non ebbe mai un’esplosione di vendite.
Purtroppo, dopo il fallimento dello studio la saga fu venduta alla ben più grande Bethesda che diede origine ad una nuova stagione per la saga. Con l’arrivo negli scaffali di fallout 3, il mondo videoludico post apocalittico per antonomasia tornò a far parlare di sé.
Esso portò un completo mutamento sia per quanto riguarda il gameplay sia per lo scenario: il gioco divenne un’ibrido tra uno spara tutto ed un GDR, si abbandonò lo stile isometrico per passare ad un più contemporaneo mondo open world 3D in prima persona e l’atmosfera divenne molto più cupa ed opprimente.
Se in fallout 2 si potevano incontrare città fiorenti, nuove organizzazioni statali, grandi quantità di persone che lentamente tornavano ad uno stile di vita normale in fallout 3 abbiamo immense distese vuote, città distrutte ed abitate solo da mostri post nucleari, piccoli insediamenti che faticano a sopravvivere e pericoli dietro ogni angolo.
Questa formula sembrò vincente, il capitolo infatti venne accettato di buon grado dalla critica e dai fan vendendo 4,7 milioni di copie solo nella prima settimana di rilascio. Lo stile molto più dinamico attirò moltissimi nuovi giocatori, era però veramente tutto perfetto?
In realtà no, la nuova casa di sviluppo non seppe ben adattarsi alla lore (la storia intrinseca e canonica dell’ambientazione di gioco della saga – n.d.r.) del mondo da loro acquistato e ciò porto ad un generale malcontento della Fanbase, da sottolineare inoltre un drastico abbassamento generale nelle possibilità di costruzione dei personaggi, dovuto al cercare di rendere il gioco meno lento possibile, non considerando però che così facendo si sarebbe andato ad intaccare il fattore più importante per un GDR e cioè la più completa possibilità di immedesimazione.
Purtroppo, queste problematiche non migliorarono con i capitoli seguenti trovando infine il loro apogeo in Fallout 76, un vero e proprio disastro per i fan sotto ogni punto di vista nonostante i miglioramenti grafici.
A fare eccezione tra i capitoli rilasciati da Bethesda abbiamo però Fallout New Vegas; quest’ultimo è sicuramente il capitolo più apprezzato dalla saga, l’unico in grado di unire sia i puristi che i neofiti.
La peculiarità di questo capitolo è infatti quella di riuscire ad unire l’immersività dei primi con le dinamiche introdotte a partire dal terzo.
Il gioco è stato infatti gestito dalla Obsidian, casa di sviluppo dove la maggior parte del team dei primi fallout iniziò a lavorare dopo il già citato fallimento di Black Isle e che riuscì in soli 18 mesi a costruire il gioco intero.
Potrebbe sembrare incredibile come i fan preferiscano giocare ad un gioco di ormai 10 anni rispetto ai capitoli rilasciati più recentemente da Bethesda, in realtà la spiegazione a tutto ciò è molto semplice: come già accennato, la nuova casa produttrice non ha dato molto peso al mondo in cui queste opere sono ambientate. Ha utilizzato la sua iconografia, come ad esempio i Vault, i Supermutanti, la confraternita d’acciaio e chi più ne ha più ne metta senza però inserirla in un contesto valido, per altro già esistente. Si potrebbe quasi dire che i Fallout “partoriti” dal colosso americano siano una parodia degli originali.
Il gioco mette il protagonista di fronte a continue scelte che creano ripercussioni nel mondo di gioco, non esiste una dicotomia buono-cattivo ed è tutto fatto in mondo per lasciare completa libertà al giocatore; ciò porta ad un’immersione completa nel mondo creato dagli sviluppatori che ha saputo rapire i fan.
Obsidian è stata in grado di creare un universo capace di divertire ma anche di avere la profondità dei contenuti venuta a mancare nei capitoli precedenti creati da Bethesda. Proprio per questo è stato infatti molto amato dai fan che ne hanno fatto la base per miriadi di mod (abbreviazione di “modification”, si intende l’insieme di modifiche estetiche e funzionali sviluppate dai fan per un determinato videogioco – n.d.r.), dalle più banali patch (modifiche all’algoritmo normalmente finalizzate a risolvere problemi riscontrati dopo la pubblicazione – n.d.r.) a veri e propri “giochi nel gioco”. Consentendogli così di vivere molto a lungo e ad essere giocato ancora oggi.
Fallout New Vegas è la dimostrazione che un videogame per essere bello non ha solo bisogno di una grafica di ultima generazione e animazioni da realtà virtuale ma necessita anche di una storia affascinante, di personaggi ben costruiti (o in questo caso costruibili) ed un’ambientazione che sappia coinvolgere al meglio il giocatore.
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