Di Saturno
Nonostante lo sbarco anglo-americano in Normandia e la riconquista della Francia, alcuni porti sull’Atlantico erano ancora in mano tedesca, fra questi vi erano le Isole del Canale (Channel Islands in inglese), composte dalle isole di Guernsey, Jersey e altre isole minori. Esse, collocate appena sopra la Normandia, ma sotto egemonia Britannica, furono gli unici territori inglesi (non colonie) a essere conquistate dall’Asse.
Furono occupate già a partire dal 1940 (probabilmente per motivi propagandistici) e massivamente fortificate con artiglieria costiera e varie difese sulle spiagge. Gli alleati non provarono mai a riconquistarle, in quanto esse non erano di particolare valore tattico o strategico.
Nel 1944 l’isolamento delle isole causato dalla supremazia aerea e marittima alleata, che impediva l’arrivo di rifornimenti, originò ovvie carenze di combustibile e viveri, di cui soffrì ovviamente anche la popolazione civile.
A dicembre dello stesso anno, 4 detenuti di guerra tedeschi riuscirono a scappare da un campo di prigionia nella città francese di Granville (in Normandia, a circa 50km dall’isola di Jersey), per poi impossessarsi di un piccolo mezzo da sbarco statunitense che usarono per recarsi nella vicina isola di Jersey (una delle Channel Islands) ancora sotto controllo tedesco. Gli ex prigionieri, dopo essersi riuniti ai loro commilitoni, rivelarono loro preziose informazioni inerenti la zona di Granville, fra cui, il fatto che nel porto della città arrivavano costantemente navi che scaricavano carbone e materiale bellico per rifornire le truppe alleate sul continente.
L’uomo a capo delle forze tedesche in quelle isole, il vice ammiraglio Friedrich Hüffmeier (che fu precedentemente anche a capo del famoso incrociatore Scharnhorst), decise quindi di organizzare un raid nel porto di Granville per impossessarsi dei rifornimenti di cui avevano bisogno, risollevare il morale delle truppe, e, indebolendo gli alleati, supportare i camerati che combattevano sul continente.
L’operazione venne organizzata per la notte fra l’8 ed il 9 marzo 1945, utilizzando quelle poche forze navali ancora a disposizione, cioè per lo più navi relativamente piccole e agili, l’ideale per questo tipo di operazioni; esse consistevano in: 6 dragamine (4 classe M e 2 Räumboote), 3 mezzi da sbarco (Marinefährprahm), 3 battelli veloci (Schnellboote) ed un rimorchiatore.
Verso la mezzanotte, non appena le navi tedesche partirono dal porto di Jersey, un radar statunitense le captò, ne conseguì la mobilitazione di un reggimento di fanteria americana per precauzione, anche se non fu ordinato altro alle forze di terra in quanto – probabilmente – gli americani non volevano credere che i tedeschi avessero, nel marzo del ‘45, ancora la forza e la volontà di attaccare, dimostrando quindi di non aver imparato la lezione dall’offensiva delle Ardenne.
Al cacciasommergibili americano PC-564 fu ordinato quindi di intercettare le forze tedesche, ma data la disparità numerica fu subito messo fuori combattimento delle navi. 10 Membri dell’equipaggio morirono nell’azione, 9 vennero catturati dai tedeschi e molti altri rimasero feriti.
Dopodiché alcune di queste navi ripartirono direttamente per il porto di Granville lanciando falsi messaggi con le lampade di segnalazione per ingannare le autorità del porto, mentre altre si disposero tatticamente a fare da barriera fra Jersey e la Normandia così da intercettare eventuali navi alleate che avrebbero potuto contrattaccare.
Nella fretta dell’azione un dragamine tedesco si incagliò a terra e venne quindi fatto esplodere dal suo stesso equipaggio per non farlo cadere in mano nemica. 70 Soldati tedeschi sbarcarono con successo e come prima cosa distrussero 18 gru usate dagli americani per scaricare le merci dalle navi. In seguito si lanciarono in un secondo assalto, stavolta di fronte all’Hotel des Bains. Gli americani provarono a opporre resistenza ma furono surclassati dal potente fuoco delle navi. Riuscirono poi a catturare un mercantile alleato di 1200 tonnellate carico di 122 tonnellate di carbone, a danneggiarne altri quattro (tre inglesi e uno norvegese), a liberare cinquantacinque prigionieri di guerra usati come manodopera nel porto e durante il tutto anche a catturare altri nove americani come prigionieri.
Alle 3 di notte i tedeschi ripartirono verso Jersey mentre l’artiglieria costiera apriva il fuoco sulle coste francesi per coprirgli la ritirata. Alla fine della battaglia le vittime furono per i tedeschi: tre morti, quindici feriti ed uno caduto prigioniero, mentre per gli americani ci furono circa una ventina di morti e quasi altrettanti caduti prigionieri. Nel fuoco incrociato morirono anche alcuni civili francesi.
Una volta tornati sull’isola, dopo la consegna di alcune croci di ferro, si iniziò subito a organizzare un secondo raid per il 5 aprile, che stavolta aveva come obiettivo degli impianti radar a cap de la Hague, a circa 54 km da Jersey. Ma quell’operazione invece fu un fallimento ed i diciotto tedeschi sbarcati furono tutti catturati.
Hüffmeier decise poi di organizzarne un terzo, previsto per il 7 maggio, il giorno prima della capitolazione della Germania, ma il grandammiraglio Karl Dönitz gli ordinò di cessare tutte le ostilità e due giorni dopo gli inglesi sbarcarono senza incontrare resistenza per poi fare prigionieri i tedeschi.
Oggi, a testimoniare questa storia nelle Channel Islands, vi sono ancora tutte le fortificazioni in cemento edificate dai tedeschi, ancora intatte ma abbandonate.
Commenti recenti