Di Leonardo

Tra tutti i personaggi che si possono incontrare nella narrazione del mondo di berserk, ce n’è solo uno che più di tutti è capace di spaccare in due gli amanti dell’opera, o lo si odia o lo si ama, senza vie di mezzo.

Si tratta di Grifis, il giovane capo della banda di mercenari conosciuta come “L’Armata dei Falchi”.

Cos’ha, quindi, di così particolare dunque questo Grifis?

Innanzitutto si tratta di un ragazzo estremamente determinato, nonostante la sua giovane età infatti, è dotato di grande acume tattico e politico, ha un carattere molto particolare che lo porta ad averemomenti in cui sembra un bambino ed altri in cui potrebbe sembrare più grande di quanto non sia ed infineè estremamente amorale pur non venendo mai alla propria etica.

Non si farà infatti remore, fin dal principio, a far assassinare chi si oppone ai suoi piani o a ricattare figure politiche al fine di riceverne il supporto.

I più ferrati in materia avranno sicuramente già notato che più si esplora il carattere e i modi di fare di questo personaggio più troviamo similitudini con il superuomo di Nietzsche e la cosa che probabilmente porta più di altre a questa associazione è proprio l’ambivalenza del suo carattere. Nietzsche infatti, descrive il suo Übermensch come «un bambino adulto che usa il mondo come il suo parco giochi». Lo troveremo infatti capace di giocare, ad esempio come quando si mette a tirarsi secchiate d’acqua con Gatsu, con la stessa naturalezza con cui uccide i nemici in battaglia o ne progetta l’assassinio a sangue freddo.

Un altro evento molto significativo e che richiama indubbiamente alla filosofia Nietzscheana poi, è la definizione che Grifis dà al concetto di amico secondo i suoi canoni:

[parlando dei membri dell’armata] «loro sono… dei validi compagni. Insieme siamo sfuggiti alla morte innumerevoli volte. Sono persone importanti che si adopereranno per la riuscita del mio sogno. Tuttavia… secondo me un amico… un amico non si affida mai al sogno di un altro… non accetta costrizioni da nessuno. Persegue da solo lo scopo della propria vita… e se qualcuno disonorasse il suo sogno, per difenderlo combatterebbe dedicandovisi anima e corpo… anche se quel qualcuno fossi io. Per me un amico… è così… penso che sia “un uomo uguale a me”.»

Di nuovo, i più ferrati, avranno sicuramente notato il forte richiamo di questo discorso a quello di Nietzsche in “così parlò Zarathustra”.

Ci sarebbero poi molte altre similitudini nel modo di agire ed essere di questo personaggio con il profilo dato dal filosofo tedesco dell’Übermensch, ma per evitare “spoiler” a chi fosse interessato nel recuperare la serie non andremo oltre nell’elencarli.

Un personaggio, insomma, che ad un occhio poco attento potrebbe sembrare semplicemente molto eccentrico, nasconde invece dietro di sé una profonda filosofia indubbiamente figlia di molto studio. L’autore ha quindi dato vita a una sua personale interpretazione “pratica” degli scritti di Nietzsche mostrandone le innumerevoli sfaccettature.

Anche il personaggio Gatsu, forse più inconsapevolmente, percorrerà una sorta di strada verso il superuomo. Questo percorso inizia infatti quando egli decide di staccarsi da ciò che lo teneva vincolato alla sua umanità intraprendendo una via a senso unico per appagare il proprio bisogno di vendetta, attraendo così lungo il percorso vari altri personaggi che saranno disposti a tutto per aiutarlo, proprio come accadde prima a Grifis.

Berserk è dunque, un ottimo esempio, contrariamente a quanto molti credono, di come non sia la filosofia ad essere noiosa. È molto più probabile che ad essere noioso sia chi la spiega e il modo in cui viene spiegata. Perché chiunque abbia mai letto una sola pagina o visto un solo episodio di questa serie potrà assicurarvi che è tra i racconti più coinvolgenti che potrete trovare nel genere.