Di Bologna

Torino, Foggia, Mantova, Verona. Sono solo alcune delle città che negli ultimi tempi hanno visto il proliferare di gruppi di ragazzini riuniti in piccole bande da strada dedite a spavaldi episodi di micro-criminalità come rapine, borseggi e pestaggi.

Il fenomeno delle baby gang sembrerebbe essere l’ultimo sussulto di una gioventù ormai spiritualmente e fisicamente morta. Una violenza che sfocia dalla moda e non da un particolare ideale o da una fede, è ciò che contraddistingue queste bande. Non a caso queste gang sono spesso accomunate da un particolare dress code e da un fanatismo musicale verso generi musicali come la Trap che appunto vanno ad esaltare tutto ciò che la società del consumo ci propina, solo in maniera molto più trash: droghe, sesso spiccio scevro da ogni passione, l’abuso sui più deboli, i ‘big money’.

Nessun romanticismo e nessuna potenza dello spirito anima questi giovani del tutto amorfi e plasmati dalla società. Non a caso il fenomeno tende a diffondersi soprattutto tra i ragazzi stranieri di seconda generazione, che non si sentono radicati alla Patria della propria famiglia e tanto meno alla comunità in cui si trovano a vivere.

Giovani senza radici quindi, che trovano il proprio modello di riferimento in un altro fenomeno (manco a dirlo, esportato dagli States): quello dei ghetti afro-americani. Con la differenza che in questi ghetti un minimo di idealismo si è sempre potuto trovare nell’orgoglio per le proprie radici africane (contrapposte al ‘privilegiato uomo bianco’) e nella smania di rivalsa.  Ma il mondo del consumo non lascia tregua a quello delle “tradizioni”, come le battaglie degli afroamericani sono diventate una macchietta ironica nelle mani dei Black Lives Matter ecco che le baby gang in Europa diventano automaticamente la parodia della macchietta.

Sradicati e fuori contesto nel mondo che li circonda, vi ricorda qualcuno? Parliamoci chiaro, anche la gran parte dei giovani europei propriamente detti corrisponde oggi senza problemi a questa descrizione. L’amore per il McDonald, per i soldi ottenuti senza fatica e la musica trash, per le droghe leggere e per vestiti di marca di pessimo gusto; è tutto ciò che accomuna i ragazzi delle baby gang alla stragrande maggioranza dei loro coetanei. Cos’è quindi che li differenzia dagli altri giovani? Semplice, non hanno paura di prendere un pugno e non si fanno problemi a darne.

L’abitudine alla violenza, alla logica di strada e al formare una banda è infatti qualcosa che i ragazzini europei hanno gradualmente perso nel corso degli ultimi decenni, assuefatti ad una vita comoda, stracolma di vizi e priva di difficoltà. Verrebbe da pensare che questo non sia un aspetto negativo ma, al contrario, questo li rende completamente inermi e deboli di fronte agli attacchi di chi non esita a colpirli anche violentemente per impadronirsi di uno smartphone o di una borsetta.

La Francia è stata l’avanguardia di questo fenomeno in Europa ed in alcune aree (Parigi in primis) è sprofondata in un ‘modello banlieue‘ con zone franche di “nuovi francesi” pronti a colpire, rapinare e deridere i francesi per sangue, liquidandoli e sminuendoli come debosciati borghesotti.

Per evitare che tutta Europa sprofondi in questo destino c’è un solo metodo: riprendersi la strada. I giovani devono reimparare a vivere pienamente le proprie città e capire che sta a loro difendersi e difendere la propria comunità. La vita comoda e nascosta dietro le mura di casa ha già condotto i nostri quartieri nella morsa del degrado nell’indifferenza più totale. In quest’ottica assume un’importanza fondamentale l’allenamento, soprattutto nelle arti marziali o negli sport da combattimento. Una preparazione marziale che non deve sfociare in violenza bruta e in abusi, ma che è semplicemente funzionale alla difesa di chi ci è caro.

Noi giovani abbiamo sempre reclamato il diritto ad essere protagonisti? Bene ora è il momento di prenderci quel diritto, stando in strada e opponendosi a chi, cullato e stuzzicato dal mondo del consumo, pensa di imporsi su una gioventù debole e rachitica.

Questa è la via. Tutto il resto sono chiacchiere da bar.