di Bologna

Ancora sangue Italiano versato in Africa. Nei pressi di Goma in Congo, ieri mattina, l’ambasciatore Italiano Attanasio ed il carabiniere della scorta Iacovacci sono stati trucidati da un commando di miliziani armati, i cui intenti ideali sono ancora ignoti.

Da ciò che si evince dalla ricostruzione dei fatti (ancora molto confusionaria), i membri del convoglio Onu sarebbero prima stati rapiti e condotti nella foresta per poi essere uccisi a colpi d’arma da fuoco durante uno scontro tra i miliziani ed alcuni rangers locali accorsi in soccorso dei prigionieri.

Tralasciando la totale inefficienza delle forze di sicurezza congolesi che avevano dichiarato sicura la strada percorsa dal convoglio che quindi non avrebbe avuto bisogno di una scorta, ora l’attenzione di tutti si è spostata sulla risposta che darà il neo-insediato governo Draghi, che si trova di fronte una prima prova in politica estera non da poco: fare chiarezza ma soprattutto battere i piedi e riscattare la dignità delle istituzioni Italiane colpite così vergognosamente in terra straniera.

C’è veramente da sperare che le Istituzioni Italiane riescano a prendersi carico seriamente della questione? La prima risposta ce la fornisce direttamente lo staff mediatico di uno dei sostenitori del governo dei migliori (leggasi mediocri). La deputata Lorenzin infatti si è fatta tristemente notare per un twitt che riportiamo in parte: “Mi stringio (stringio?) attorno alle famiglie dell’ambasciatore #LucaAttanasio e del giovane carabiniere (metti il nome) […]”.

Insomma, questo messaggio ufficiale di un ex ministro, e tuttora deputato di maggioranza, dimostra l’ennesimo gravissimo sintomo di superficialità della nostra classe politica nel trattare faccende così serie e delicate. Del resto i mesi trascorsi dai 18 pescatori Italiani prigionieri in Libia ce li ricordiamo? Sì e ricordiamo ancora meglio l’assordante silenzio dei media nostrani riguardo alla vicenda.

Ci si dovrebbe aspettare, dopo un grave incidente diplomatico come l’assassinio di Attanasio e dei suoi accompagnatori, che lo Stato Italiano tirasse fuori gli attributi una volta tanto, così da ripristinare un briciolo di prestigio Nazionale e ottenere un minimo di chiarezza sulla morte tragica di cittadini Italiani (se non altro i Ros affiancheranno nelle indagini la polizia congolese).

Ma del resto, sul serio c’è ancora qualcuno che spera nelle istituzioni quando Di Maio, a cui ogni tanto è bene ricordare che sarebbe il ministro degli Esteri, sembra avere ancora difficoltà a distinguere Libia e Libano?