MA STAVOLTA CON PIU’ ARCOBALENI

Di Enrico

“Ah, menomale che è stato eletto Biden”

“lui sì che sarà un presidente equo, democratico e attento ai diritti delle minoranze, mica come quel nazi-fascio-razzista (e bianco privilegiato) di Trump”.

Queste sono le opinioni che si sono sentite in ciclo continuo fino alla nausea da quando Biden è salito al Campidoglio. Beh, fate pace col vostro cervello cari globalisti pro-Biden: Biden non sarà diverso dagli altri, anzi forse sarà persino peggio.

Subito dopo la “vittoria” di Biden abbiamo assistito ad una vera e propria campagna di glorificazione del neoeletto presidente degli Stati Uniti da parte dei media mainstream, sia statunitensi che nostrani. Dai servizi al telegiornale in cui si mostravano i momenti importanti della campagna elettorale di Biden con tanto di inno nazionale degli Stati Uniti. Ovviamente gli stessi media che stigmatizzano la propaganda a senso unico della prima metà del Novecento, anche se in questa sede possiamo soprassedere.

Insomma, tutti quelli che credono che Biden sarà un presidente moderato, equo e pacifista, sono solo dei poveri illusi. Ma andiamo per gradi.

Partiamo da ciò che è stato davvero il centro della campagna portata avanti dai sostenitori di Biden, sia negli USA che all’estero, ovvero le recenti tensioni a sfondo razziale avvenute negli Stati Uniti. Biden è sato presentato da subito come l’uomo che finalmente “porterà la pace tra bianchi ed afroamericani”. Ma ciò è sostanzialmente impossibile; dopo oltre 140 anni dalla liberazione degli schiavi afroamericani le divisioni tra bianchi e neri sono ancora ben radicate e non arriverà improvvisamente il “paladino dell’uguaglianza” a mettere le cose a posto. Specialmente dopo il fallimento del primo presidente afroamericano degli Stati Uniti (per ben due mandati poi).

Passiamo ora alla questione della formazione della “squadra di governo”, sicuramente scelta in base alle competenze. E guai a pensare al fatto che il vicepresidente Kamala Harris sia di colore e il sottosegretario alla sanità sia transgender, non sia una coincidenza. Il progetto di Biden è chiaro: creare la squadra di governo che soddisfi i dogmi del politicamente corretto: inclusiva, variegata, con pochi maschi-bianchi-etero-privilegiati. Chissenefrega se poi questi si riveleranno dei totali incompetenti; la rappresentatività delle “minoranze” è salva.

“Biden è una pacifista, ha detto che cercherà di porre dei limiti alla vendita delle armi!!!”

Sì, certo come no, proprio un gran pacifista. Peccato che dopo neanche quarantotto ore dall’inizio del suo mandato abbia prontamente invaso la Siria, rispettando così quella lunga tradizione di imperialismo che, dalla Seconda Guerra Mondiale in poi, i presidenti degli USA (ad eccezione degli ultimi quattro anni sotto l’amministrazione Trump) hanno sempre portato avanti con uno zelo quasi maniacale.

Alla luce di questi fatti risulta difficile pensare ad un futuro roseo, per gli Stati Uniti e per il mondo. L’unica cosa che i popoli oppressi dall’imperialismo a stelle e strisce possono ambire a “sperare” è che le bombe che cadranno sulle loro case siano sganciate da bombardieri con un equipaggio inclusivo e multirazziale.

E siamo solo all’inizio del mandato ovviamente.