Friuli Venezia Giulia, 1 Febbraio 2021 – “Una scuola così a cosa serve? #fckdpcm” questo il testo degli striscioni affissi nella notte dai militanti del Blocco Studentesco Friuli Venezia Giulia all’alba della riapertura delle scuole con un mese di ritardo su quanto fatto nel resto d’Italia.
“Lo scopo di quest’azione – inizia la nota del movimento – è quello di evidenziare che, quanto fatto fin’ora dalle istituzioni, non è abbastanza per risolvere i problemi creati a livello sociale dalla pessima gestione durante questa pandemia.”
“Un sistema del genere, a orari frazionati e scuola in presenza al 50% (con arrotondamento per eccesso) – prosegue la nota – non solo non restituisce ai ragazzi l’ambiente in cui dovrebbe essergli permesso di svilupparsi e crescere ma va a creare degli enormi disagi a livello logistico che inevitabilmente si ripercuoteranno nello studio da svolgere in orario extrascolastico, la cui mole sicuramente non sarà adattata alla condizione degli studenti dal momento che la DAD ha causato enormi ritardi sui programmi.”
“È inoltre doveroso chiedersi – prosegue la denuncia del movimento studentesco – quanto effettivamente potrà aver giovato al comparto organizzativo questo ulteriore mese preso dalla regione. Non possiamo infatti dimenticare le parole del vicegovernatore Riccardi che parla di: ‘Una scelta di responsabilità […] che non sia quella di una riapertura di pochi giorni per poi richiudere’. Ma un continuo rimando al solo scopo di non assumersi le proprie responsabilità non può essere la soluzione.”
“In ogni caso – conclude la nota – noi saremo sempre pronti a dare battaglia per il diritto alla formazione degli studenti e come sempre saremo in prima linea a controllare l’operato delle istituzioni promuovendo un modello di gestione e utilizzo della scuola radicalmente diverso da quello raffazzonato e superficiale che viene imposto oggi in tutta Italia e in Friuli.”
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