Ma il governo non sembra esserne “disturbato”

Di Clara

La situazione è sempre più drammatica: ma a nessuno, Governo in primis, sembra interessarsi a tutte queste circostanze delicate e complicate al tempo stesso. Tutti coloro che dovrebbero prendersi cura della condizione dei giovani, essendo poi i protagonisti del futuro in tutti gli ambiti. Sembrerebbe invece che preferiscano creare crisi di Governo fittizie o guardare i voti al VAR piuttosto che dedicarsi a piantare delle solide radici affinchè i loro successori possano continuare a far progredire la nostra Nazione. Ovviamente, non accade nulla di tutto questo: nessuno ha voglia e volontà di aiutare le nuove generazioni.

Solo il Blocco Studentesco sembra evidenziare le drastiche conseguenze che ha portato questo ultimo anno. È di pochi giorni fa, infatti, la protesta per cercare di portare l’attenzione pubblica sul problema del vertiginoso aumento del tasso di suicidi nei più giovani durante il 2020 (https://www.bloccostudentesco.org/2021/01/24/bs-suicidio-giovanile-omicidio-di-stato/) ma i problemi non finiscono qui, così come la campagna di sensibilizzazione: più di due milioni di ragazzi, spesso preadolescenti (in alcuni casi addirittura bambine dagli 8 anni), soffrono di disturbi alimentari, principalmente bulimia e anoressia

Certo, la situazione tra i continui lockdown e con la socialità già da anni ai minimi storici a causa dell’abuso di videogiochi e piattaforme digitali, con l’aggiunta poi della chiusura di palestre e scuole da mesi, non aiuta, ma il problema sembrerebbe essere più profondo.

Il disagio e il rifiuto della propria persona, contrario a tutto ciò che rispecchia la vitalità della giovinezza, fatta di ribellione ed euforia, aumenta sempre più in un mondo che costringe a restare chiusi in casa.

L’anoressia e la bulimia, legate al controllo ossessivo del peso, sono maggiormente diffuse tra le ragazze, ma tra i ragazzi sta crescendo la vigoressia, ossia l’ossessione ad avere un corpo muscoloso. Le persone sopracitate si trovano alle prese con una perenne dieta ipocalorica e con l’introduzione di integratori e sostanze illegali, nocive per un corpo in via di sviluppo.

Ai problemi alimentari si aggiungono l’impennata del 30% di suicidi e di autolesionismo dei giovani dai 12 ai 18 anni, arrivando, solamente nel reparto di Neuropsichiatria dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, a un ricovero al giorno per questo disagio adolescenziale.

Appare lampante, anche se non sembra cogliere l’attenzione di coloro che potrebbero realmente aiutare questi ragazzi, che aumentano le problematiche e l’insicurezza su quel che accadrà un domani. I più fragili, per noia o solitudine, provano a farsi del male o a togliersi la vita, anche e soprattutto per la mancanza di socialità con i propri amici e “colleghi” di scuola. Del resto, non c’è da meravigliarsi riguardo la crescita di queste problematiche: la scuola continua a restare chiusa da ormai quasi un anno (a parte qualche vano tentativo, mal riuscito e mal organizzato, di far rientrare gli studenti con orari frastagliati e senza un briciolo di sicurezza) e molti, a ragion veduta, si sono scordati cosa vuol dire avere un dialogo con i propri coetanei, dato che insieme neanche possono andarsi a prendere un caffè al bar sotto casa. 

Veniamo qui al binomio salute e vita: è meglio vivere nella paura, rinchiusi in casa per essere immuni alla malattia, ma perdersi tutto ciò che può offrirci il mondo, oppure vivere per davvero ma correndo i rischi che comporta?

Quali saranno le conseguenze di questa pandemia? È ancora presto per dirlo dato che lo stiamo ancora vivendo, ma in un mondo dove i deboli e le minoranze (solo quelle che piacciono ai poteri forti) vengono idolatrati da tutti, il prezzo che pagheranno i giovani, soprattutto i più sensibili, sarà davvero alto. Quasi da compromettere per sempre la loro vita e quella del futuro dell’Italia, essendo parte integrante della Nazione.