Di David
Al giorno d’oggi lo sappiamo tutti, se non stai simpatico ai preti ed alla Chiesa, allora andrai all’Inferno. Eppure, se mai si dovesse porre la domanda “Che cos’è l’Inferno?” ad un ebreo, lui non saprebbe rispondere. Perché? Perché un cristiano crede nell’Inferno ed un ebreo no? Non credono forse nella stessa divinità? Ma allora, da dove esce fuori il reame ultraterreno tanto temuto da Andreotti e dai democristiani?
La domanda in realtà ha una risposta molto semplice: da Roma. Infatti, se si va a leggere sia il Nuovo che Vecchio Testamento, dell’Inferno non se ne parla esplicitamente, lasciando molto alla fantasia. I romani, come di conseguenza i greci, avevano invece il “regno dei cattivi” (per così dire). La Chiesa quindi, nascendo non a caso così come la conosciamo a Roma, ha storicamente fatto suo il Regno di Plutone (dio della morte) riassegnandolo a Satana, per terrorizzare i fedeli.
Di origine greca, l’Oltretomba viene spesso indicata con il nome del dio che la governava, ovvero Ade(Plutone per i latini), ed era la meta delle anime che non riuscivano ad ottenere il favore degli dèi. Collocato sotto il paese dei Cimmeri (vicino al lago Averno invece per i romani) viene considerato accessibile anche ai mortali, ma solo pochi di essi, come Teseo o Ercole, sono riusciti a ritornare.
Degli Inferi romani si ha una dettagliata descrizione nell’Eneide di Virgilio dove, l’eroe Enea, deve discendere nell’Oltretomba per raggiungere il suo defunto padre Anchise e conoscere il proprio futuro.
Secondo quindi l’opera del poeta romano, gli Inferi sono costituiti da un vestibolo dove si trovano i mostri più spaventosi e un albero su cui nascono i sogni fallaci, i fiumi Stige, Cocito, Acheronte, Flegetonte e Lete, l’Antinferno governato da Minosse, la dimora di Plutone ed il Tartaro, prigione delle anime più ignobili e dei Titani.
Per quanto riguarda i fiumi, il Cocito ed il Flegetonte sono affluenti del più famoso Acheronte, dove Caronte traghetta con una barca le anime di chi dispone un obolo da pagare, traghettandoli all’ingresso degli Inferi difeso dal cane a tre teste Cerbero. Il fiume Stige invece circonda tutto l’Oltretomba creando una palude attorno ad esso mentre il Lete invece è il fiume posto all’interno dei Campi Elisi, le cui acque hanno il potere di conferire una nuova vita in cambio della propria memoria.
L’Antinferno è invece governato dal mitico re di Cnosso, Minosse, che assieme al re di creta Radamanto e ad Eaco, nonno di Achille, decide la destinazione delle anime dei caduti. Da qui la strada dell’Oltretomba, circondata da un lato dal Campo del Pianto (destinato ai morti per amore) e dal Campo degli Eroi (destinato ai morti in battaglia) nell’altro, si biforca: una strada porta alla dimora di Plutone, chiamata Reggia di Dite, caratterizzata da possenti mura costruite dai Ciclopi, che funge anche da confine con i Campi Elisi; l’altra strada invece porta al Tartaro, una voragine che affonda nel terreno due volte tanto quanto si eleva il cielo. È circondato dal Piriflegetonte, “il fiume di fuoco”, e da un’imponente cerchia di mura; la guardiana di questo luogo è la furia Tisifone. Questo luogo è la dimora delle più empie anime e dei Titani.
Gli Inferi dei romani, che hanno per secoli caratterizzato l’idea della vita dopo la morte di tutti i cittadini dell’Impero, sono una credenza troppo forte per essere emancipata dalla mente collettiva, ed ecco perché la Chiesa ha fatto suo l’Inferno, riadattandolo alle proprie esigenze.
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