“Una misura giudiziaria folle che si spiega solo con un intervento politico. Il preside del liceo è un noto esponente PD”

Firenze, 25 nov – Questa mattina tre ragazzi del Blocco Studentesco di 20, 21 e 22 anni, incensurati, sono stati posti agli arresti domiciliari. La loro colpa? Aver lanciato alcuni volantini all’interno del liceo Galileo Galilei di Firenze il 2 ottobre scorso, per protestare contro lo stato di emergenza e il rischio di chiusura delle scuole. Un blitz assolutamente pacifico, realizzato in decine di altri istituti da Nord a Sud. Per questo gli arresti domiciliari (il Pm aveva persino chiesto la custodia cautelare in carcere) decisi dal Gip appaiono assolutamente ingiustificati. Viene contestato il reato di “violenza ad un corpo amministrativo”, che prevede pene tra i 3 e i 15 anni, per un semplice volantinaggio.

La natura politica ad opera di un collaudato sistema facente riferimento al Partito Democratico è evidente. Del resto l’azione, puramente dimostrativa, è stata condotta nei licei di tutta Italia senza conseguenze: perché a Firenze tanto accanimento giudiziario? La risposta è forse anche nell’appartenenza al PD del preside del Galileo Galilei, Alessandro Giorni, candidato con i dem anche alle ultime elezioni amministrative a Prato e membro della segreteria politica del partito.

Nell’ordinanza di custodia cautelare contro i tre ventenni incensurati si parla di spintoni e violenza contro il corpo docente e il preside stesso, fatto smentito dai video pubblicati e dall’assenza di referti che testimonino il contrario. Nessuno è stato nemmeno lontanamente toccato o ingiuriato durante lo svolgimento dell’azione. Del resto l’azione non era contro il corpo docente, semmai i contro le misure del governo Conte. Anche lo stesso comunicato diffuso dai carabinieri, che titola “la scuola non si tocca” e definisce “minatorio” un semplice striscione affisso fuori dell’istituto, sembra scritto da un militante di estrema sinistra. E’ dunque palese la natura politica di tali misure.