di Saturno
La legge 194 consente ad una donna di abortire entro i primi 3 mesi di gravidanza. Tale limite temporale è stato stabilito in base al fatto che dopo 3 mesi dalla fecondazione c’è il passaggio dell’embrione a feto, ed il feto è considerato un qualcosa di troppo sviluppato per poter essere visto come un semplice grumo di cellule inanimato, è considerato quindi vera e propria vita umana. Le uniche eccezioni che sono previste a questo limite di tempo sono i casi per cui il parto potrebbe costare la vita o la salute (fisica e/o mentale) alla donna incinta, solo in quei casi è consentito abortire oltre il terzo mese.
L’aborto è un tema molto controverso che saltuariamente torna (anche se per brevi periodi) nel dibattito politico nazionale dividendo gli italiani. Tradizionalmente la destra tende ad essere contro mentre la sinistra a favore.
L’estrema sinistra (composta da femministe, antifascisti, comunisti e socialisti) è stata sempre favorevole ad una totale liberalizzazione dell’aborto e ora questa tendenza si sta diffondendo anche nella sinistra moderata (fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/aborto-domicilio-9-settimane-gestazione-appello-sinistra-ong-152590/ ), la quale ha avuto, fino a poco tempo fa, un atteggiamento conservatore a riguardo credendo che bisognasse lasciare la legge 194 così com’è.
Il credere che l’aborto fino al nono mese sia un diritto fondamentale della donna è presente nel vecchio continente da decenni, tuttavia solo ultimamente si sta diffondendo molto. Deve aver certamente influenzato il pensiero della “sinistra” statunitense, ambiente politico in cui l’estremismo progressista e politically correct si è ormai cementificato. Basti pensare che nello Stato di New York l’aborto legalizzato fino al nono mese è già realtà (fonte: https://www.ilprimatonazionale.it/esteri/new-york-legale-aborto-fino-al-nono-mese-non-e-omicidio-102409/ e https://www.ilprimatonazionale.it/primo-piano/bufala-aborto-nono-mese-reale-butac-mentana-102663/ ).
Peccato però che tutt* quest* femminist* non abbiano capito una cosa fondamentale: abortire oltre il terzo mese non è una cosa che riguarda solo una donna ed il suo corpo, ma una donna, il suo corpo e la vita del bambino
Una donna che dice di voler prendere il proprio neonato ed ammazzarlo iniettandogli del veleno è considerata un mostro, ma perché una donna che dice di volerlo fare con il proprio figlio in grembo da 9 mesi è invece da considerarsi semplicemente una donna che prende una legittima scelta che riguarda solo lei ed il suo corpo? La vagina non è un portale magico che quando ci passi attraverso ti dona lo status di essere umano con annesso diritto di vivere.
Una società che non considera vita un feto in grembo alla madre è una società che per coerenza non dovrebbe neanche punire un ipotetico aggressore che con un pugno alla pancia di una donna incinta causa la morte del feto. O meglio, lo dovrebbe punire solo per aver tirato un pugno ad una donna ma non per aver causato la morte del bambino che portava in grembo.
A tale ragionamento si potrebbe obiettare dicendo che l’interruzione di gravidanza causata dall’aggressore non è stata voluta dalla madre, quindi l’aggressore andrebbe punito anche per aver ucciso il feto. A ciò rispondo in primis che lo status di essere vivo è oggettivo e non soggettivo, quindi il feto o lo si considera vita umana da tutelare in tutti i casi, o in nessuno. In secundis rispondo che un figlio non è proprietà dei genitori, non è proprietà di nessuno, non è un oggetto ma un essere umano come tutti gli altri anche se è ancora un feto in grembo alla madre, quindi nessuno può decretarne la morte se non le cause naturali.
Se una donna rimane incinta involontariamente, o semplicemente ci ripensa e non vuole o non può crescere un figlio, non deve aspettare oltre al terzo mese, quando l’embrione è ormai diventato feto, per decidere di abortire. Tre mesi non sono pochi per riflettere. Che poi, se una donna sa già in anticipo di non volere (o non potersi permettere) un figlio, a maggior ragione avrebbe dovuto essere più prudente evitando di fare sesso non protetto; un bambino non può pagare con la vita le colpe dei genitori che non vogliono assumersi le proprie responsabilità.
Ed il fatto che un feto ancora in grembo non sia pienamente cosciente al 100% come un bambino già nato da tempo, non toglie valore alla sua vita. Anche un bambino già nato (o anche un adulto) può non essere pienamente cosciente in quanto può trovarsi in stato di coma o svenimento, oppure perché ha particolari malattie o disturbi psichiatrici, ma questo non dà a nessuno il diritto di sentenziare sulla sua vita, quindi perché dovrebbe invece farlo con un bambino ancora in grembo da oltre 3 mesi? Lo ripeto, la vagina non è un portale magico che quando ci passi attraverso ti dona lo status di essere umano con annesso diritto di vivere.
Il non potersi permettere economicamente un figlio non è poi un’argomentazione in favore all’aborto. La legge italiana permette già il parto anonimo. Ad una madre è consentito partorire nel più totale anonimato e di non riconoscere il bambino, per poi lasciarlo all’ospedale (DPR 396/2000, art. 30, comma 2), dove verrà successivamente aperto un procedimento di adottabilità e sarà individuata una coppia adottante. Quindi un modo per non dover crescere un bambino non voluto, senza dover abortire, esiste già.
E specifico una volta ancora che se una donna vuole comunque abortire può farlo nei primi tre mesi della gravidanza, quando in grembo ha ancora un embrione e non un feto. Se non può permettersi economicamente un figlio e quindi vuole abortire, che motivo avrebbe di aspettare oltre il terzo mese per farlo?
Per concludere vorrei specificare che questa è una piccola riflessione laica sul tema specifico dell’aborto oltre il terzo mese che propongono certi ambienti di sinistra, non una riflessione sull’aborto in generale. Non escludo però di poterne scrivere una a riguardo in futuro.
Commenti recenti