Di Marco
Da pochi giorni per un gran numero di studenti italiani si sono riaperte le porte delle scuole e delle Università. Ben note a tutti sono le criticità con cui sono state affrontate le difficoltà imposte da questa situazione di crisi conseguente allo scoppio della pandemia. Ad oggi sicuramente ci si trova con un sistema educativo fortemente colpito dall’inefficienza e dall’inettitudine di coloro che dovrebbero gestire questo importantissimo settore della società: quello della formazione dei giovani.
Ad un’analisi più profonda, però, si può facilmente notare come queste criticità interne alla scuola italiana si vanno ad aggiungere a delle altre già ben presenti nel nostro settore educativo. Tra queste sicuramente rientra la mancanza di un’educazione dell’Uomo a trecentosessanta gradi, ossia un tipo di formazione che possa non solo formare l’individuo su un piano prettamente “scolastico” e teorico, ma anche da un punto di vista umano e spirituale.
La scuola italiana è viziata da un nozionismo che ne fa da padrone. Lo studente è visto solo in prospettiva del futuro mondo del lavoro. Manca quell’attenzione adeguata alla formazione dell’Uomo che dovrà, poi, essere cittadino attivo nello Stato. Una prospettiva “totalizzante” che non vede l’alunno come esclusivamente una “tabula rasa” da infarcire di nozioni e di concetti teorici, ma come un Uomo che dovrà essere inserito in un contesto variegato e dinamico al pari della società moderna.
Queste criticità del sistema educativo italiano risaltano ancora di più alla luce del sole se si prende in considerazione uno degli eventi più interessanti dell’esperienza fascista in Italia durante il Ventennio: i Littoriali. Queste manifestazioni culturali, sportive e artistiche, destinate ai giovani universitari e svoltesi fra il 1932 e il 1934, sono un esempio della volontà di guardare al singolo nella sua più completa totalità.
I Littoriali si presentavano come gare nazionali annuali, alle quali parteciparono gli studenti iscritti al GUF, Gruppi universitari fascisti, che preparavano ed illustravano i temi delle manifestazioni all’inizio di ogni anno accademico. Ogni GUF iscriveva i propri studenti alle varie categorie, ognuno dei quali era scelto tramite selezioni provinciali.
Nella prima parte dell’anno venivano organizzati dibattiti e conferenze riguardanti le tematiche da affrontare, successivamente si passava alle competizioni, alle quali partecipavano anche i GUF di quelle città che non avevano sedi universitarie.
I primi Littoriali a essere organizzati furono quelli dello Sport, nei quali gli atleti dei vari atenei si sfidavano nelle diverse discipline sportive, ai quali si aggiunsero i Littoriali della cultura e dell’arte si svolsero per la prima volta a Firenze nel 1934 e prevedevano competizioni di carattere culturale e artistico su diverse materie, con elaborati scritti o temi presentati e discussi oralmente. E, infine, furono istituiti i Littoriali del lavoro, ossia gare pratiche e teoriche sulle conoscenze tecniche e professionali.
L’esperienza dei Littoriali dimostra la volontà di porre l’attenzione sui diversi aspetti della formazione dell’Uomo: sportiva, culturale, artistica e lavorativa. Le migliori risorse del mondo universitario dell’epoca si confrontarono in queste gare annuali, senza che nessun settore del sapere ne fosse escluso. L’attenzione posta anche sul mondo del lavoro, con l’istituzione del Littoriali del Lavoro, dimostra ancora una volta la volontà di guardare alla formazione dell’individuo a trecentosessanta gradi, a differenza della scuola di oggi che per sensibilizzare gli alunni al tema del lavoro propone la famosa “alternanza”, sinonimo solo di sfruttamento.
E’, inoltre, interessante notare come fra i partecipanti a queste competizioni annuali vi furono una schiera di personaggi e figure che poi nel secondo dopo guerra sarebbero diventati icone del mondo intellettuale e politico italiano. Fra coloro che preso parte ai Littoriali è doveroso citare: Aldo Moro, esponente della Dc e uno dei volti più noti dello scenario politico del secondo novecento; Pier Paolo Pasolini, scrittore, poeta e giornalista che con la sua pungente penna ha toccato i punti più oscuri della società italiana post-bellica; Alberto Mondadori, figlio del fondatore dell’omonima casa editrice. A questi bisognerebbe aggiungere Giorgio Almirante, Vasco Pratolini e molti altri ancora.
Dunque i Littoriali sono stati il momento in cui i giovani più intraprendenti a livello culturale e sportivo dei GUF si sono sfidati e confrontati e hanno dato vita a un clima di vivacità artistica e intellettuale che sarà poi il simbolo del primissimo periodo post-bellico, ma che ha le proprie radici proprio in quelle giornate, in cui le migliori energie della Nazione, davano vita a un’esperienza che non ha eguali nella storia dell’Italia contemporanea.
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