Di Luca

Torniamo a raccontare la storia del giovanissimo eroe italiano Aurelio Baruzzi.

Il suo eroismo non si ferma alla conquista di Gorizia ed il suo spirito virtuosamente indiavolato che lo accompagnò lungo tutto il corso di una guerra combattuta sempre in prima linea.

Nell’ottobre del 1916, Baruzzi fu promosso tenente e inserito nei ruoli del servizio permanente per merito di guerra.

Nel 1917 entrò nel Reparto d’Assalto Reggimentale (Arditi), istituiti il 29 luglio di quell’anno, partecipando a varie azioni, nella zona dell’Altopiano di Asiago e del Montello, mentre nell’ottobre dello stesso anno venne promosso capitano.

Possiamo affermare che Aurelio possedesse senza dubbi le qualità per diventare un Ardito e ne rappresentava forse la figura archetipica: sempre in prima linea sprezzante del pericolo, pragmatico, ribelle e anticonformista, talvolta goliardico ma anche marziale qualora fosse necessario.

Durante la Battaglia del Solstizio, il 19 giugno 1918, il battaglione di Arditi in cui Baruzzi era inquadrato venne inviato a sostenere l’azione della Brigata “Perugia”.

Il reparto comandato da Baruzzi si spinse molto in profondità oltre le linee nemiche nei pressi di Meolo dove venne accerchiato da soverchianti forze nemiche e neutralizzato dopo un’accanita resistenza.

Sul luogo dello scontro trovarono diversi corpi ma non quello di Baruzzi.

La notizia della presunta morte sollevò una grande impressione sia tra i commilitoni, sia nell’opinione pubblica per la quale l’impavido tenente era ormai diventato un personaggio romanzesco.

Nel bollettino di guerra del 30 giugno le autorità militari precisarono che era possibile fosse ferito e prigioniero.

Tale comunicato, probabilmente emesso per dare una speranza e alleviare lo sconforto, si rivelò invece vero.

Era la seconda volta che veniva preso prigioniero (nella prima occasione era riuscito a fuggire dopo poche ore).

Gli austriaci erano determinati a non farselo scappare nuovamente, pertanto lo trasferirono questa volta a Lubiana ed in seguito in un campo di prigionia in Austria.

Da Lubiana, il 26 giugno, ebbe la possibilità di inviare un messaggio alla famiglia: «Sono illeso. Saluti. Baruzzi»

Giunta a Lugo il 7 luglio, la notizia rimbalzò su tutti i quotidiani nazionali.

Aurelio non ebbe la minima intenzione rimanere chiuso in cella mentre i suoi commilitoni combattevano per le sorti della Nazione, allora si apprestò a trovare un modo per evadere e tornare a combattere.

Iniziò ad osservare i suoi carcerieri e dopo poco riuscì a fuggire.

Incamminatosi attraversò le Alpi a piedi, finalmente sarebbe tornato dai suoi soldati a continuare quella guerra fino alla tanto attesa vittoria.

Verso la fine di luglio comparve alle sentinelle degli avamposti italiani in ottima salute, armato e in compagnia di una pattuglia di fanti ungheresi che aveva incontrati nel tragitto e che, non contento, aveva fatti prigionieri.

Baruzzi ebbe l’onore di essere fra i 12 decorati di medaglia d’oro che trasportarono il feretro del milite ignoto all’Altare della Patria il 4 novembre del 1921.

Restò in servizio nell’Esercito dopo la conclusione del conflitto, raggiungendo il grado di generale di brigata.

Nel 1926, decimo anniversario della sua memorabile impresa, l’Amministrazione Comunale gli conferisce la cittadinanza onoraria di Gorizia, città che egli continuerà ad amare e onorare ogni anno con la sua presenza alle celebrazioni dell’8 Agosto, fintanto che l’età e la salute glielo consentiranno.

Si spegne a Roma il 4 marzo 1985, all’età di ottantotto anni.

Questo giovane eroe lascia un esempio immortale a tutti i figli d’Italia, incarna in guerra virtù romane, in particolare il coraggio, la volontà e la temperanza, che quest’anno sono state scelte per rappresentare alcuni clan del V° Campo Nazionale del Blocco Studentesco.

Oggi le gesta e la figura stessa di Aurelio mostrano quanto un giovane che crede nella vittoria, con sano spirito di abnegazione e con volontà terribile di combattere, possa disintegrare gli ostacoli e raggiungere ogni obbiettivo.

Qualora la parte vile ed arrendevole del nostro spirito prenda il sopravvento è necessario volgere lo sguardo al nostro passato per capire che quelle virtù sono scritte nel sangue del nostro popolo e nessuno potrà mai cancellarle con il suo sputo.

Per conoscere meglio la figura di Baruzzi ecco i titoli dei suoi libri:

Quel giorno a Gorizia, vol. 1 – Dall’inizio della guerra alla battaglia di Gorizia, Gaspari, 1999

Quel giorno a Gorizia, vol. 2 – Sull’Altipiano di Asiago, sul Piave, la prigionia e la fuga, Gaspari, 2002