Di Lemmy
Il 29 agosto 2019, dopo la rottura con il partito di Salvini, l’avvocato del popolo Giuseppe Conte ha ricevuto dal capo di stato Sergio Mattarella l’incarico di formare il nuovo governo. Sciolta la riserva il 4 settembre, il giorno successivo Conte ha prestato giuramento.
Da quel giorno sono passati più di 10 mesi, durante i quali (inutile dirlo), il Paese ha toccato il fondo con l’emergenza Covid-19, che ha riempito pagine e telegiornali di notizie, monopolizzando di fatto l’informazione e la disinformazione. Ma in tutto ciò, il governo come si è comportato in questo primo anno di vita? Analizziamo, ministero per ministero, tutto quello che è accaduto, stilando una sorta di pagella generale. Ci avete giudicato voi durante l’anno, ma adesso è il nostro turno…
Bonafede Alfonso, Ministro della Giustizia
Scarcera quasi 400 detenuti al regime di 41 bis, tra cui vari boss mafiosi. Viene accusato dal consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura Antonino Di Matteo, di non averlo nominato presidente del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, dopo che alcuni importanti capimafia si sono opposti a questa scelta facendo pressione sul ministro.
A riprova di ciò sono anche trapelate delle registrazioni, per cui viene in qualche modo confermata una sorta di trattativa “Stato-Mafia”.
Dopo essersi accorto che la scelta si sarebbe ritorta contro di lui a livello mediatico, il nostro amico Alfonso propone di limitare i poteri del magistrato di sorveglianza, sottoponendone le decisioni ad un vaglio politico. Qualsiasi giovane studente di diritto alle prime armi si renderebbe conto dell’incostituzionalità dell’idea, rea di non rispettare il principio della suddivisione dei poteri: come tutti ben sappiamo, la magistratura non può, in nessun caso, essere sotto il controllo della politica.
Non contento, durante l’emergenza CoVid-19, blocca le correzioni dell’esame per l’abilitazione della professione di avvocato, ignorando le proposte dell’AIGA (associazione italiana giovani avvocati) e generando incertezze sul futuro di molti giovani. Colpo di grazia, subisce anche le dimissioni del suo capo di gabinetto: Fulvio Baldi, a seguito delle intercettazioni del caso Palamara, avrebbe raccomandato e portato molte toghe di Unicost, al ministero della giustizia.
Voto: 3 1/2. Tradito del suo secondo, mazziato dalla mafia e con la soglia di credibilità che raschia il fondo del barile.
Gualtieri Roberto – Ministro Dell’Economia e Delle Finanze
Sottostima la portata degli effetti economici del lockdown dovuto alla pandemia, da vita al patetico teatrino dei rialzi degli investimenti durante le prime settimane dell’emergenza (più patetico dei video in cui strimpella la chitarra cantando Bella Ciao). La potenza di fuoco tento decantata si è tradotta in un contentino, e nemmeno per tutti. Sconfitto da ogni Eurogruppo, non porta a casa nessun risultato in 10 (DIECI) mesi di trattative; asseconda ogni capriccio dei “paesi frugali”, supportati dalla Germania, approvando una linea di credito pandemica del MES, spacciandola per una grande dimostrazione di solidarietà da parte dei paesi UE, come confermato da Gentiloni (si, esiste ancora Gentiloni, non è sparito in un buco nero). L’accordo, al contrario di come la corazzata globalista dei giornali ci vuole raccontare ogni giorno, prevede dei trappoloni, chiamate in gergo “condizionalità”, ovvero un conseguente indebitamento delle aziende.
Voto: 4. Almeno non canta più.
Di Maio Luigi – Ministro Degli Esteri
Giggino per gli amici, da settembre abbandona il ministero del Lavoro, si iscrive ad un corso di Inglese per corrispondenza, e in un mese viene nominato *rullo di tamburi* Ministro degli Esteri.
Ad inizio emergenza regala le mascherine alla Cina, già in ginocchio fin da novembre, per poi ricomprarle a prezzo raddoppiato pochi mesi dopo. D’altronde il corso era di inglese, non di economia. Passo falso anche nella gestione dei rimpatri degli italiani bloccati fuori dai confini durante la pandemia. Utilizza il MPCE (meccanismo di protezione civile europea) solo per un rimpatrio, lasciando a spese dei contribuenti gli altri voli. Tenta il gioco delle tre carte con Al Serraj e il Generale Haftar, rischiando di mandare in fumo gli interessi e i contratti miliardari delle aziende energetiche italiane legate al petrolio. Turchia ed Egitto si spartiscono la Libia sotto il suo naso, mentre Gigi tratta (perdendo a braccio di ferro) con i terroristi di Al-Shabaab, colpevoli di aver rapito la nostra volontaria Silvia Romano in Somalia.
Voto: 5. Apprezziamo l’impegno di aver imparato una lingua straniera in poco tempo
Speranza Roberto – Ministro della Salute
Ignora palesemente il pericolo del CoVid-19, promuovendo una politica di apertura al grido de “il vero virus è il razzismo”, con i famosi aperitivi contro la paura. Una scrittura dei decreti restrittivi in mezzo alla pandemia molto confusa porta ad incomprensioni con i suoi viceministri, che chiariscono, diffondendo la notizia: “i veri amici si possono incontrare“. Ovviamente è difficile capire chi può essere considerato “vero amico” dalle forze dell’ordine, quindi anche qui solo discorsi vuoti. Attacca le efficaci cure con il plasma, che seppur limitate, pongono un freno al Coronavirus, mentre non riesce a fornire a tutti gli ospedali del Paese abbastanza apparati medici, DPI e ventilatori polmonari. Il resto è storia…
Voto: 4 1/2, confuso. Chissà chi è il suo “vero amico”
Azzolina Lucia, Manfredi Gaetano e Fioramonti Roberto – Ministri dell’istruzione, università e ricerca
Fioramonti ministro della (d)istruzione, abbiamo già discusso in passato delle politiche di Roberto, quindi non ci soffermeremo su di lui. Focus sul ministro Azzolina, da molti accusata di “scarso eloquio scritturale”, rea di essersi fatta conoscer per i continui strafalcioni grammaticali nella sua tesi di laurea. Per la tesi di abilitazione all’insegnamento è andata meglio, viene accusata solo di plagio e di non aver inserito numerosi riferimenti bibliografici. Ecco perché era scritta bene quella… Comunque, parliamo di fatti: sbilancia la distribuzione di fondi, con pochissima parte destinata al personale e il resto ad una non meglio precisata “innovazione”. Non introduce il concorso per titoli e servizi, che sarebbe stato utile a stabilizzare molti docenti ancora schiavi del precariato. E anche quest’anno si andrà avanti a supplenze.
Annuncia la promozione quasi assicurata di tutti gli studenti alla maturità, a tre mesi dal termine dell’anno scolastico. Gli alunni, comprensibilmente, si siedono sugli allori… Ma per poco, perché a ridosso degli esami, una serie di comunicazioni caotiche crea confusione nella gestione dell’esame: colloquio online, poi colloquio in classe, poi si aggiunge l’elaborato.
Cambio di idea, via l’elaborato a casa, si tenta l’elaborato scritto a scuola. Poi marcia indietro ancora, l’elaborato è da fare a casa e da esporre con un colloquio in aula. Incertezze anche sul rientro in aula a settembre: classi divise in gruppi, mascherine si, mascherine no, banchi singoli e distanziati, ragazzi nelle gabbie di Plexiglas e altre mille idee, tutte materialmente infattibili.
Voto: 5 a Fioramonti, che gioca alla staffetta con Azzolina. Manfredi assente, alza la media del gruppo.
Bellanova Teresa – Ministro delle Politiche Agricole
Regolarizza 600 000 immigrati clandestini irregolari, per combattere il caporalato. Ma in che senso? Ora che sono regolarizzati, vanno per forza pagati a 9 euro l’ora? Forse nel mondo delle fiabe, in Italia si andranno a cercare altri irregolari da importare e pagare meno di 2 euro l’ora.
Nel frattempo, i 600 000 di cui sopra, tutti registrati con i documenti, rimarranno disoccupati (leggi “percepiranno il reddito di cittadinanza”) oppure prenderanno il posto di tanti lavoratori italiani.
Voto: 4, alla fantasia e al buonismo.
Lamorgese Luciana – Ministro degli Interni
Indipendente, non arriva da partiti politici. Vero ma non verissimo, perché ha dietro di lei due viceministri giallo-fucsia: Vito Crimi, capo politico dei pentastellati, e Matteo Mauri, PD. E poi c’era gente che dava della marionetta a Conte, in balia di Salvini e Di Maio…
È la responsabile della mancata zona rossa, con il famoso decreto dei primi di marzo: spettava a lei imporsi sui governatori delle regioni, cosa che non è successa e ha permesso al virus di espandersi senza controllo. Nel frattempo De Luca denuncia una situazione disperata dovuta ai continui flussi di migranti, ma lei fa finta evidentemente di non vedere altro che l’Emergenza Odio. Si vanta dei numeri dei ricollocamenti di migranti, con un +600% rispetto a Salvini, con il beneplacito dell’UE: anche questa è una bugia, sono tutti numeri teorici. Gli immigrati sono tutti in Italia, in attesa della revisione degli accordi sulla ridistribuzione.
Voto: 3, inconsapevole e manovrata.
Spadafora Vincenzo – Ministro delle Politiche Giovanili e dello Sport
Il protettore dello sport per eccellenza in Italia, colui in cui tutti speravamo, indipendentemente dal colore politico, l’uomo che avrebbe dovuto difendere il calcio dall’ombra del CoVid-19, è naufragato malamente come tutto il governo Conte. La Serie A riparte per ultima tra i campionati europei, nonostante i dati dei contagi fossero nettamente inferiori rispetto a quelli degli altri paesi. Non stila un piano per il rientro degli spettatori negli stadi, nonostante la riapertura di bar e discoteche: evidentemente il coronavirus sta lontano dall’alcool e dalla musica ad alto volume, ma è visceralmente attratto dagli sport di squadra e dal tifo.
Alla faccia dell’uguaglianza di genere tanto sbandierata, non permette al campionato di calcio femminile di Serie A di ripartire, con le atlete ancora senza la tutela di uno status professionale. Il risultato? Campionato sospeso, niente scudetto e niente introiti per le società.
Nessun introito anche per le società di Serie C, luogo di continui fallimenti di club, dovuto ad un mancato piano finanziario per aiutare le squadre in difficoltà, come il Pistoia, obbligato a rinunciare alla serie A di pallacanestro.
Voto: 5. Si barcamena a fatica, ma almeno il campionato è ripartito. Magra consolazione.
Conte Giuseppe – Presidente del Consiglio dei Ministri
Il pezzo forte delle nostre pagelle, il Premier Conte. A febbraio dichiara tranquillamente che in Italia non ci sarebbe stata alcuna emergenza, che le mascherine non servono e apostrofa Fontana (presidente della regione Lombardia, ndr) “sciacallo”, solo perché indossa la mascherina in una diretta. Nel frattempo a Palazzo Chigi arrivano 500 macherine APVR FFP3, e 10 000 mascherine chirurgiche.
Accusa pubblicamente la Lombardia di aver violato i protocolli sanitari solo per fini propagandistici. L’Italia viene così esposta alle critiche di tutto il mondo politico e sanitario.
Come non citare i vari Decreti poi, per la prima volta introdotti nella storia della Repubblica.
I DPCM sono previsti dalla Costituzione; in previsione di situazioni emergenziali, i Padri Costituenti avevano previsto una deroga alle libertà personali di movimento sul territorio, ma sicuramente non avrebbero mai immaginato una situazione dove i decreti si susseguono a distanza di poche ore, in modo ambiguo e pasticciato.
Ricordiamo l’annuncio non ufficiale della chiusura della Lombardia, una fuga di notizie serale seguita dall’assalto ai treni nelle stazioni del nord, ancora prima della pubblicazione del Decreto. Segue la malagestione mediatica delle conferenze stampa: quasi una ogni due sere, andava in scena il One Man Show Conte, dove il presidente, all’orario simbolico delle 20:20, si collegava live su tutti i social e sulle reti nazionali, per raccontarci tutto quello che (non) era stato fatto durante la giornata dal Governo, attaccando anche l’opposizione incapace di replicare, data l’ora tarda.
E le promesse del bazooka finanziario? I soldi in arrivo dall’UE? Stiamo ancora aspettando, con le partite IVA che non hanno ricevuto nulla salvo pochi fortunati. Nel frattempo Giuseppi chiede un “atto d’amore” alle banche.
Tutto questo solo per l’emergenza CoVid. Riguardo alle questioni non legate alla pandemia, il grosso caos si è concentrato sul problema ILVA: Conte toglie lo scudo penale ad AcelorMittal, permettendogli di liberarsi dalla carcassa di un’azienda che hanno sfruttato per liberarsi di una concorrenza sleale ai danni del mercato. In tutto sono 20 000 le persone che rischiano il posto di lavoro, con il governo obbligato ad assumersi costi ed oneri che sarebbero dovuti essere a carico dell’azienda.
Voto: 4, ma solo perché ci ha tenuto compagnia durante le sere invernali e primaverili in quarantena. Per il resto, non classificabile.
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