Di Lemmy.
Ne parlavamo proprio qualche giorno fa. Ed è stata l’ultima domanda retorica che ci siamo fatti, “la prossima vittima, chi sarà?“. Evidentemente devono averci ascoltati e hanno preso la palla al balzo, in quel di Menlo Park.
Ovviamente, nemmeno a dirlo, siamo di nuovo incappati nella censura globalista targata Zuckerberg, che da mesi ormai chiude e banna su Facebook (o Instagram, insomma sui suoi social network) ogni post segnalato dalla psicopolizia di orwelliana memoria.
Stavolta la ghigliottina della Libertà del Pensiero Unico cala inesorabile sulla pagina di Altaforte Edizioni, rea di aver “violato gli standard della community“, pubblicizzando il libro “UNA NAZIONE – Simone Di Stefano accusa l’Unione Europea“.
Perché adesso sì, una multinazionale americana si permette di valutare arbitrariamente cosa dovrebbe essere pubblicizzabile in Italiae che cosa no, come se un libro possa essere una minaccia per le insindacabili ed oscure norme di un social.
“Facebook ha limitato i nostri account e cancellato quasi ogni immagine relativa al libro UNA NAZIONE, per una non meglio specificata violazione degli standard. – si legge in una nota recentemente diffusa dalla casa editrice – La nostra pagina rischia di essere eliminata per aver pubblicato un’intervista a uno dei più credibili portavoce dell’ideale sovranista. Questa la loro libertà di pensiero!”.
Il libro-intervista a Di Stefano, già Segretario Nazionale del movimento CasaPound Italia, è scritto da Valerio Benedetti, con la prefazione dell’europarlamentare Antonio Maria Rinaldi.
Questo modus operandi, ormai noto a chi ci legge, prevede la rimozione senza appello di post, video e fotografie dai principali account social di esponenti dell’area sovranista, come accaduto lo scorso anno. La censura però si abbatte non solo sul mondo euroscettico, ma anche sulle libere emittenti che decidono di non adeguarsi ai diktat del Pensiero Unico, come recentemente è successo a RadioRadio (vedete l’articolo del 19/06, nrd).
Come sempre, un gesto emblematico e inquietante, che straccia la tanto sbandierata libertà di espressione. Già altre volte, nei precedenti raid di censura, il profilo di Di Stefano è stato oggetto di chiusure, ed è indubbio che prendere di mira il libro che parla di un esponente politico, delle sue idee e dei suoi progetti per il Paese, in cui oltretutto figura la prefazione di un europarlamentare, sia un’operazione vile, subdola e grottescamente simile ad una caccia alle streghe medioevale.
Intanto, dai vertici di Altaforte Edizioni, Francesco Polacchi, ha annunciato che agirà per vie legali. Contattati dal Primato, i legali della casa editrice stanno già predisponendo tutti i documenti per portare la situazione di fronte ad un giudice, oltre che organizzando una serie di diffide a Facebook, in partenza nelle prossime ore, per poi nell’immediato depositare il ricorso cautelare.
Mantenete la posizione, sta arrivando la burrasca.
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