Di David
Cristoforo Colombo, Winston Churchill, Edward Colston, Victor Schoelcher, Robert Lee. Cos’hanno in comune tutti questi personaggi storici? Per i manifestanti Black Lives Matter non ci sono dubbi: sono tutti dei razzisti la quale memoria storica sono un attentato alle vite delle comunità di colore di tutto il mondo.
È infatti con la morte di George Floyd, avvenuta il 25 maggio 2020 ad opera di un poliziotto americano, che il movimento Black Lives Matter torna in scena con un unico comune obiettivo: spaccare tutto. Dopo infatti rivolte e proteste di ogni genere in tutti gli Stati Uniti degne dei black bloc, arrivate successivamente anche in Europa, i “rivoluzionari” si sono accorti, non avendo niente in comune, di dover trovare un altro nemico degno del loro odio.
Ad un tratto il lampo di genio: a rappresentare un pericolo per la tolleranza mondiale è un silenzioso ma mortale nemico, la storia. Così si apre una nuova caccia alle streghe ai tempi del Covid-19 contro le statue di quelle persone considerate razziste e pericolose. Manifestanti di USA, Inghilterra, Francia e Belgio hanno fatto fronte comune per adempiere questa loro crociata iconoclasta basata sulla rabbia e sull’ignoranza, dove ogni uomo bianco etero deve inginocchiarsi di fronte alla purezza delle loro azioni.
Le sinistre italiane, che avevano finito le idee dopo il fallimento delle sardine, si sono subito adoperate per stare dietro la nuova tendenza. Nel nostro caso si tratta di una statua del giornalista Indro Montanelli nei Giardini pubblici di Milano, colpevole di aver partecipato alla guerra in Etiopia e di aver avuto come concubina una giovanissima del posto. Il tutto con una penitente Laura Boldrini a fare da cornice.
Lo scopo ultimo è la moralizzazione del passato attraverso l’ignoranza e la bugia, eliminando fisicamente ogni riferimento ad essa, come fu ad esempio il fenomeno di “defascistizzazione” nel dopoguerra, che portò alla distruzione di migliaia di opere e simboli riconducibili al ventennio. Tutto questo porta alla distruzione dell’identità nazionale, pezzo per pezzo, mentre il popolo deve piegarsi (letteralmente in questo caso). Ma non sta di sicuro al popolo italiano prostrarsi a chiedere scusa per gli errori degli americani. Il nostro è un passato sicuramente non privo di errori storici, ma anche di encomi, come l’abolizione della schiavitù in Etiopia.
Cosa rende quindi così importante le opere che si stanno abbattendo? Queste statue sono la nostra memoria, la nostra identità; rappresentano persone che, pur non essendo politicamente corrette come si voleva, hanno cambiato il mondo. Un patrimonio che ci appartiene e che va difeso ad ogni costo, che ci ricorda chi siamo.
Quale sarà il prossimo passo? Organizzare pire dove bruciare libri come Robinson Crusoe perché dal contenuto troppo razzista e magari dare alle fiamme il Colosseo in quanto veniva usata come arena per farvici combattere gli schiavi? L’unica cosa certa è che chi cancella il proprio passato non ha futuro, ecco perché i vandali del movimento Black Lives Matter scompariranno dalla cronaca mondiale e dalla mente di tutti ancora una volta.
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