Di Tommaso
La misura della tragicità di questo periodo, paradossalmente, l’ha data il pontefice Francesco, chiedendo a Dio l’indulgenza plenaria senza se e senza ma, un vero e proprio unicum nella storia della chiesa che non è passato inosservato, a prescindere dal credo e dal grado di apprezzamento dell’attuale Papa.
9 milioni i telespettatori che hanno seguito in diretta il Papa in una piazza San Pietro deserta. 9 milioni di credenti modello? Difficile a pensarsi. Ma allora cosa c’è veramente dietro agli apparenti nuovi followers dell’amato-odiato Papa argentino?
Questa riflessione non intende essere un’apologia del cristianesimo, piuttosto intende evidenziare come l’Occidente si sia dimenticato dell’importanza della componente spirituale della vita. L’occidentale, ma più semplicemente l’europeo medio, è sempre di corsa, vittima dei ritmi vorticosi dettati dal capitalismo e dal consumismo. Lavorare per produrre e non per vivere, lavorare e non fermarsi mai per ottenere sempre di più.
Il tempo passato in casa è sempre meno, il rispetto e la devozione per la famiglia sono valori ormai dimenticati perché in questo vortice continuo di nasci-consuma-crepa il nucleo famigliare non viene più vissuto e la casa rappresenta solo un luogo di passaggio, non un posto sicuro da onorare.
La permanenza forzata nelle nostre abitazioni – ancor più della diretta del Papa che funge da specchio della realtà – ci fa riscoprire che si può vivere avendo di meno, senza che la qualità della vita cambi, anzi, migliorandola grazie al maggior tempo a disposizione per la dedizione famigliare e gli affetti.
Sembra apparentemente ritrovato anche l’amor patrio: i tricolori appesi ai balconi sono tanti e simbolo di un riscoperto legame con la nostra nazione. Chi per moda, chi per ostentare il suo borghese tifo per l’Italia a comando, chi ci crede veramente.
Fatto sta che non si vedono più bandiere arcobaleno o europee, le bandiere esposte hanno solo tre colori: il verde, il bianco e il rosso.
Tralasciando gli spioni da balcone pronti a segnalare vicini e runners, vi è anche un’innata spontaneità verso il senso civico e il lavoro dei nostri medici viene onorato così come quello della protezione civile e dei militari. Finalmente non si sentono più stonati cori antimilitari, soprattutto quando quest’ultimi passano per le strade di alcune città per trasferire le salme in città i cui i cimiteri non siano colmi.
È triste pensare che questi valori, che scorrono nel sangue e nel DNA italiano da millenni, siano riaffiorati solo in questa tragica circostanza. Tuttavia, non ci si deve sorprendere che la razza italica riscopra i suoi antichi fasti nei momenti di difficoltà.
Nonostante qualcuno ancora oggi cerchi di confutarlo, la nostra Nazione è riuscita a vincere la Grande Guerra, affermandosi come una vera e propria potenza europea, solo grazie al lavoro e alla devozione di tutta la popolazione, riunitasi in un unico, gigante sforzo bellico.
Seppur con le dovute differenze, è a questo spirito che dobbiamo rifarci in questo periodo di difficoltà, rispondendo fieramente “Presente!” come fecero i nostri avi partiti coraggiosamente come volontari.
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