Noto (Sr), 19 ottobre – Cinque giorni di sospensione dalle lezioni per aver affisso un volantino che annunciava una manifestazione contro la chiusura dell’ospedale Trigona. È accaduto all’Istituto ‘A. Rudinì’ di Noto, in provincia di Siracusa, a un militante del Blocco Studentesco, il movimento di CasaPound Italia che opera nelle scuole e nelle università.
“Ieri mattina – racconta Andrea Azzaro, responsabile netino del Blocco e presidente dell’associazione culturale Terre di Ducezio – i militanti del Blocco Studentesco di Noto sono stati fermati e minacciati dal segretario dell’Istituto A. Rudinì perché stavano affiggendo volantini che invitavano gli studenti a mobilitarsi per la manifestazione che si terrà domani a Palermo contro la chiusura del ospedale Trigona di Noto. Il manifesto non aveva simboli politici o icone che potessero richiamare alla violenza, ciò nonostante il segretario della scuola, incurante di quanto scritto nell’articolo 21 della Costituzione, ci ha spiegato con fare prepotente che soltanto lui avrebbe potuto decidere a chi concedere la libertà d’espressione all’interno dell’istituto. Peggio ancora ha fatto il preside che, informato dell’accaduto, ha deciso di sospendere dalle lezioni lo studente che aveva affisso il manifesto senza alcuna motivazione plausibile”.
“Al preside e al segretario del ‘Rudinì’ – sottolinea Azzaro – vogliamo ricordare che il Blocco studentesco è l’organizzazione degli studenti di CasaPound Italia, associazione di promozione sociale regolarmente costituita e legalmente riconosciuta che opera ormai da alcuni anni su tutto il territorio nazionale. Vogliamo ricordare inoltre che il Blocco ha partecipato senza alcun problema e con grandi risultati alle elezioni studentesche, affermandosi come il primo movimento nelle scuole della Capitale, con il 28% dei voti alla consulta provinciale, e ottenendo la presidenza di svariate consulte nel resto d’Italia. Questi sono i fatti, il resto è calunnia. E come tale va trattata. Ricorreremo perciò a tutti gli strumenti legali necessari perché sia resa giustizia allo studente e venga tutelata l’onorabilità dell’associazione culturale e del movimento studentesco”.
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